Frasi inserite da Silvana Stremiz

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Scritta da: Silvana Stremiz
"... E mi ritrovo ancora qui,
a parlare al cielo.
Ha le braccia grandi
e il sorriso che sa di scintille.
È vestito di tutto punto,
è vestito di stelle.
Fa paura questo gigante
che mi accarezza la testa,
che mi guarda vivere e non dice niente.
E vorrei contarle le sue stelle,
per conoscerlo meglio,
per scoprirlo amico.
Ma le stelle quante sono?
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    Quando si pensa a un ente come alla più alta realtà senza alcun difetto "rimane sempre la questione se esso esista oppure no. "Chi ha parlato di Dio" ha parlato di un oggetto, che sta completamente al di fuori della sfera del nostro intelletto.
    Tutti gli sforzi impiegati intorno alla tanto famosa dimostrazione ontologica dell'esistenza di un ente supremo, dimostrazione tratta da concetti, sono sprecati. E un uomo, partendo da semplici idee, potrebbe tanto poco arricchirsi di conoscenza, quanto un mercante potrebbe arricchire il suo patrimonio, nel caso che, per migliorare il suo stato, volesse aggiungere alcuni zeri al suo fondo di cassa.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      Nel momento in cui la scena si era fatta più raccapricciante, una risata demoniaca, una risata che si può avere solo quando non si è più uomini, scoppiò sul volto livido del prete. Quasimodo non udì quella risata, ma la vide. Il campanaro indietreggiò di qualche passo alle spalle dell'arcidiacono, e all'improvviso, scagliandosi su di lui con furore, con le sue grosse mani lo spinse per la schiena nell'abisso su cui don Claude si sporgeva.
      Il prete gridò:"Dannazione!". E cadde.
      (da "Notre Dame de Paris")
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        Scritta da: Silvana Stremiz
        Tu sai che significa quando il cuore ti schizza fuori dal petto? Io si, l'ho scoperto poco dopo, quella mattina.
        È come sentirsi morire, però poi rinasci e non nasci da solo stavolta, no, nasci insieme a lei.
        Te la ritrovi accanto. E forse lei non lo sa, ma siamo nati insieme.
        Siamo nati insieme, quella mattina.
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          Scritta da: Silvana Stremiz
          Non c'è da meravigliarsi se l'ironia presenta alcuni pericoli, sia per l'ironista che per le sue vittime. La manovra è arrischiata, e come ogni gioco dialettico, riesce solo di stretta misura: un millimetro in meno, - e l'ironista diventa lo zimbello degli ipocriti; un millimetro in più, - e persino lui si inganna insieme alle proprie vittime; far causa comune con i lupi è pura acrobazia e può costar caro a chi è maldestro. L'ironia, pena il naufragio, deve così bordeggiare pericolosamente tra la Cariddi del gioco e la Scilla della serietà: la prima di queste trappole è lo slittamento dell'ironico nel ludico, la seconda la ricaduta dell'allegoria in tautegoria ingenua; talvolta l'ironia cede alla vertigine dell'ambiguità, e l'andirivieni fra gramma e pneuma finisce col farla impazzire del tutto; talaltra aderisce alla lettera della grammatica rinunciando all'equivoco con una scelta univoca.
          D'altronde a che ci serve una simile prova di abilità?
          A liberarci, dicono, dalle illusioni...
          Ma le illusioni sono così funeste che, per distruggerle, dobbiamo arrampicarci su questo trapezio volante?
          (da "L'ironia")
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            Scritta da: Silvana Stremiz
            Uno si costruisce grandi storie, questo è il fatto, e può andare avanti anni a crederci, non importa quanto pazze sono, e inverosimili, se le porta addosso, e basta. Si è anche felici, di cose del genere. Felici. E potrebbero non finire mai. Poi, un giorno, succede che si rompe qualcosa, nel cuore del gran marchingegno fantastico, tac, senza nessuna ragione, si rompe d'improvviso e tu rimani lì, senza capire come mai tutta quella favolosa storia non ce l'hai più addosso, ma davanti, come fosse la follia di un altro, e quell'altro sei tu.
            (da "Oceano Mare")
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              Scritta da: Silvana Stremiz
              Voglio stare tra le tue braccia, esserne contenuta in ogni parte. Voglio che le tue braccia mi avvolgano con una doppia mandata. Più giri fanno le tue braccia e più mi sento protetta. Se solo trovassi il modo restringerei anche il mio torace. Ma questo potere non mi è dato. Quello della carne si però. La carne posso sacrificarla finché non rimmarà una cosa sola: la pelle.
              (da "Broken Barbie")
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