Scritta da: Silvana Stremiz
Penetrare con lo spirito nell'essere di una fanciulla è un'arte, ma saperne uscire è un capolavoro.
dal libro "Diario di un seduttore" di Søren Aabye Kierkegaard
Penetrare con lo spirito nell'essere di una fanciulla è un'arte, ma saperne uscire è un capolavoro.
E so nello stesso tempo che il più grande godimento che si possa immaginare nell'amore è quello di essere amati sopra ogni cosa al mondo.
Egli aveva sortito da natura uno spirito troppo grande per essere un seduttore dei soliti. Spesso tendeva a qualcosa di affatto ricercato: per esempio un saluto e nulla più, perché il saluto era ciò che da quella signora poteva avere di meglio.
Ho avuto una volta una donna amata per un mese e da quando in quando dal frequentarla ho ricavato un bacio, uno sguardo e una notte d'amore. E se mi ricordo bene, i dolori di un amore senza speranza, la paura, le esitazioni e le notti insonni erano assai più belli di quelle piccole fortune e successi.
Quando cade troppa umidità sulle ali di una farfalla, quest'ultima non può più volare. Allora il piacere è questo: l'umidità. E quando vedo un uomo che non può più essere sorretto dalle sue ali (simbolicamente parlando), non serve che io gli chieda dov'è andato a cacciarsi, in quanto so che ha esposto le sue ali all'umidità. Per me l'umidità possiede un significato molto chiaro: impedisce di volare. E per asciugarsi alla luce, occorre molto tempo. Perciò credetemi non lasciatevi ingannare dal piacere che vi bloccherà lungo il cammino... Andate avanti finché raggiungerete la luce! Naturalmente, sono certo che molti di coloro che leggeranno o ascolteranno queste spiegazioni riguardanti il piacere si sorprenderanno e proveranno anche un certo malcontento dinanzi ad una simile mostruosità.
Finché gli uomini e le donne non ritroveranno il valore della sublimazione della forza sessuale, saranno sempre delusi dalle loro esperienze amorose. Quando provano attrazione, desiderio reciproco, perché vogliono subito soddisfarlo? Perché non cercano invece di acquistare quella padronanza di sé che potrebbe fare di loro degli esseri superiori? Certo è difficile, ma se cominciassero a prendere l'abitudine di controllarsi, a poco a poco saprebbero utilizzare questo slancio per scatenare in loro delle forze di natura più sottile, grazie alle quali potrebbero fare delle scoperte magnifiche e migliorarsi. Sì, migliorarsi, perché quello che provano è un impulso molto benefico, solo che bisogna imparare ad utilizzarlo. Quindi, per quanto è possibile, che si accontentino di guardare con meraviglia l'altro, ringraziando la Madre Divina e il Padre Celeste dell'energia che ha dato loro. Così facendo conosceranno stati di coscienza di grande poesia e di grande elevazione, e l'esistenza sembrerà loro più bella e più ricca.
I Tarocchi sono una macchina filosofica, che evita alla mente di divagare, pur lasciandole iniziativa e libertà; si tratta di matematica applicata all'assoluto, l'unione di ciò che è logico con ciò che è ideale, come una combinazione di pensieri esatti tanto quanto i numeri, forse la concezione più semplice e più grande del genio umano.
Le confraternite sufi dell'Asia indiana sapevano tutto sulle posizioni, delle tecniche respiratorie, della sincronizzazione del respiro e dell'elocuzione (come pronunciare alcune sillabe in espirazione ed altre in inspirazione etc) e dell'accompagnamento di certe preghiere con movimenti del corpo. Tutti questi movimenti, estremamente vari, ma ugualmente significativi, derivano da una psicologia, una cosmologia, un simbolismo che uniscono la materia e lo spirito, il corpo e la psiche, in una medesima dinamica ritmata come manifestazioni di una stessa energia.
Se non avessimo mai veduto le stelle, e il sole, e il cielo, nessuna delle parole che abbiamo detto sull'universo sarebbe stata mai pronunciata. Ma ora la visione del giorno e della notte, e dei mesi e dell'evolvere degli anni, ha creato il numero, e ci ha dato una concezione del tempo e il potere di indagare sulla natura dell'universo; e da questa sorgente abbiamo tratto la filosofia, di cui un bene maggiore non fu e non sarà mai donato dagli dei all'uomo mortale.
Ascolto il rumore del silenzio... quel silenzio colmo di significati.