Sfrecciare lungo la strada in quel modo era stato meraviglioso. La sensazione del vento in faccia. La velocità, la libertà... avevano rievocato i momenti di una vita passata in cui sfrecciavo tra la vegetazione densa, senza seguire un sentiero, in groppa a lui che correva... a quel punto cessai di pensarci, e lasciai che i ricordi s'interrompessero, vinta dal dolore.
L'avevo mai considerata come una ragazza comune? Pensai a quel primo giorno, e al mio disgusto per quei ragazzi che l'avevano trovata subito intrigante. Ma quando adesso ricordai il suo viso nelle loro menti, non riuscii a capire perché non l'avessi trovata immediatamente bellissima. Sembrava una cosa ovvia.
Non ero io quello a cui era destinata a dire sì. Sarebbe stato qualcun altro, qualcuno di umano e caloroso. E non avrei potuto permettermi, un giorno, quando avrebbe detto di sì, di cacciarlo e poi ucciderlo, perché lei lo meritava, chiunque fosse. Meritava felicità e amore con chiunque avrebbe scelto. Glielo dovevo, fare la cosa giusta; non potevo più fingere che fossi in pericolo di innamorarmi di questa ragazza. Dopo tutto, non importava se fossi partito, perché Bella non mi avrebbe mai visto nel modo in cui speravo mi vedesse. Non mi avrebbe mai visto come qualcuno degno di amore. Mai. Poteva un cuore morto e freddo spezzarsi? Mi sembrò che il mio potesse farlo. "Edward," disse Bella. Rimasi di ghiaccio, fissando i suoi occhi chiusi. Si era svegliata, scoprendomi qui? Sembrava addormentata, però la sua voce era stata così chiara... Sospirò calma, e poi si mosse di nuovo irrequieta, rotolando da un lato, ancora addormentata e sognante. "Edward," mormorò dolcemente. Mi stava sognando. Poteva un cuore morto e freddo battere di nuovo? Mi sembrò che il mio fosse sul punto di farlo. "Resta," sospirò. "Non andare. Ti prego... non andare." Mi stava sognando, e non era neanche un incubo. Voleva che restassi con lei, lì in quel sogno. Lottai per riuscire a descrivere i sentimenti che m'inondarono, ma non avevo parole abbastanza forti per fermarli. Per un lungo momento, annegai in essi.
Allungò di nuovo la sua mano attraverso il tavolo, lentamente e cautamente. Allontanai la mia mano di un centimetro dalla sua, ma lei lo ignorò, determinata a toccarmi. Trattenni il respiro, non per il suo odore adesso, ma per l'improvvisa, confusa tensione. Paura. La mia pelle l'avrebbe disgustata. Sarebbe scappata via. Toccò il dorso leggermente con la punta delle dita. Il calore del suo gentile, volontario tocco era qualcosa che non avevo mai sentito prima. Era quasi puro piacere. Lo sarebbe stato, eccetto per la mia paura. Osservai il suo viso mentre sentiva il freddo ghiaccio della mia pelle, ancora incapace di respirare. Un mezzo sorriso le piegò gli angoli delle labbra.
E io non avevo angeli. Erano riservati ai buoni – alle persone come Bella. Ma dov'era stato il suo angelo fino ad ora? Chi stava vegliando su di lei? Risi silenziosamente, sorpreso, mentre realizzavo che, proprio adesso, stavo ricoprendo io quel ruolo. Un angelo vampiro, c'era uno strappo alla regola. Dopo una mezz'ora circa, Bella allentò la tensione dalla posizione in cui si era addormentata. Il suo respiro divenne più profondo e iniziò a mormorare nel sonno. Sorrisi, soddisfatto. Era una piccola cosa, ma almeno stanotte avrebbe dormito più comoda perché io ero lì. "Edward," sospirò, sorridendo. Per il momento misi da parte la tragedia, e mi permisi di essere di nuovo felice.
Al funerale il prete ha paragonato l'amore con la morte. Ha detto che entrambi derivano dal latino: amore da amor e morte da mors e "a" è una particella partitiva messa davanti a mors, l'amore che uccide la morte; io non sono pienamente d'accordo, be certo lui intendeva dire che se i tuoi cari continueranno ad amarti, tu continuerai a vivere nei loro cuori perché l'amore è ben più forte della morte; la morte può togliere la vita, distruggere la tua anima, ma non l'amore... questo è ciò che intendeva il prete. Però lui non ha considerato la cosa più importante! Quelli che sono ancora vivi. La morte uccide noi amanti, siamo noi che dobbiamo fare i conti con la morte, stiamo male, l'appetito passa, ci rinchiudiamo in noi stessi, non vogliamo vedere nessuno, ci isoliamo e piangiamo; piangiamo perché è l'unico modo che abbiamo per sfogarci e per capire che è la realtà e non stiamo sognando, che è successo veramente; e ci arrabbiamo, ci arrabbiamo con noi stessi perché noi siamo vivi, continuiamo a sognare, perché non lo abbiamo amato abbastanza, perché lo abbiamo amato e non glielo abbiamo detto o lo abbiamo fatto poche volte. Questa è la cosa più dolorosa, perché rimpiangeremo le mille occasioni che abbiamo avuto per dirglielo. Quindi è arrivato il momento di dire alle persone che amiamo, che le amiamo, perché la morte non aspetta, arriva improvvisamente!
Desideravo perdermi in quella lunga caduta, simile a un volo. Certo, sarebbe stato il gesto più stupido e irresponsabile mai commesso in vita mia. A quel pensiero, sorrisi. Il dolore era già meno intenso, come se il mio corpo sapesse che entro pochi secondi avrei sentito la voce di Edward...
"Ti sei davvero lasciata tutto alle spalle, come desideravo? Tutto sommato sarebbe... giusto. Non contesterò la tua decisione. Perciò non temere la mia reazione, ti prego. Dimmi solo se dopo tutto ciò che ti ho fatto puoi ancora amarmi o no. Puoi?", sussurrò. "Ma che razza di domanda scema è questa?" "Ti prego, rispondi. Per favore." Lo guardai cupa, per un istante interminabile. "Ciò che provo per te non cambierà mai. Certo che ti amo... e tu non puoi farci niente!" "Non avevo bisogno di sentire altro".
Quando arrivava per noi un cambiamento, era una cosa rara e permanente. Lo avevo visto accadere con Carlisle, e una decina di anni dopo con Rosalie. L'amore li aveva cambiati in modo eterno, un modo che non sarebbe mai svanito. Erano passati più di ottant'anni da quando Carlisle aveva trovato Esme, e ancora la guardava con gli occhi incredibili del primo amore. Per loro sarebbe stato così per sempre. Sarebbe stato così per sempre anche per me. Avrei sempre amato questa fragile ragazza umana, per il resto della mia infinita esistenza. Osservai il suo viso inconscio, sentendo questo amore sistemarsi in ogni parte del mio corpo di pietra.