Scritta da: Antonio Papi
Il silenzio e saggio, fatto per i saggi, il tacere e fatto per gli ignoranti.
Composta venerdì 19 luglio 2013
Il silenzio e saggio, fatto per i saggi, il tacere e fatto per gli ignoranti.
Ricordo un tempo quando il silenzio non era solo silenzio e nel mio orto crescevano piccole fragoline dal sapore dolce, intenso, poi il gelo così che anche i fiorellini bianchi dal cuore giallo, che solitamente le precedevano, non hanno più avuto luce. Il mio orto non è più lo stesso, fiducioso, di tanto in tanto, volgo lo sguardo ma nulla vedo. Innaffio ma forse non è ciò che serve.
Ci sono certi silenzi che gridano più forte di qualsiasi urlo.
Il silenzio assenso è un suicidio di massa.
Il primo passo verso il silenzio è l'ascolto di se stessi.
Un silenzio avvolge questa notte, tu non ci sei e tanti ricordi affiorano la mia mente, forse sono una stupida ma io amo te e continuo a sognarti ogni notte.
Il silenzio è spesso una condanna: quando tra te e gli altri si frappone un muro di gomma fatto di odi antichi, di invidie tenaci e immotivate. Tu vorresti farti capire, spiegarti, ma per gli altri non hai semplicemente diritto di replica. Neanche i cani si trattano così. O forse giusto i cani, a cui spesso ti paragonano. E quando non c'è comunicazione è facile sbagliare, incancrenirsi negli errori: tanto nessuno ti correggerà, ti dirà la sua. Almeno non apertamente.
Devi camminare in silenzio per ascoltare i passi del cuore.
È nella mia natura comprendere, ascoltare, non giudicare. Essere presente e far sentire agli altri presenti nel mio mondo. Ma se poi mi accorgo di essere giudicata, non ascoltata, non compresa, "stacco la spina". Chiudo il mio universo. E divento silenzio. Un silenzio che scruta nell'indifferenza. Perché ho bisogno di persone, vere, che come me vogliono essere ascoltate, comprese, senza essere giudicate.
Solo chi capirà il mio silenzio capirà il mio linguaggio.