Scritta da: Daniele De Patre
Cerchiamo le cose eclatanti, di far rumore, di salire sul pulpito, e non ci accorgiamo che spesso basta restare in silenzio per ottenere di più.
Composta domenica 16 novembre 2014
Cerchiamo le cose eclatanti, di far rumore, di salire sul pulpito, e non ci accorgiamo che spesso basta restare in silenzio per ottenere di più.
Quel silenzio mi riempiva più di tutte quelle parole vuote che continuavo a sentire.
Quante volte il tuo silenzio e il tuo sguardo hanno detto molto di più di quello che la tua bocca riusciva a dire.
Scrivere è un urlo silenzioso, un riservato egocentrismo, una timida vanità.
Bisogna imparare a stare in silenzio. O almeno imparare a tacere a noi stessi.
Le giornate avvolte dall'autunno, godono di un mistico silenzio, dove anche le anime tribolate, trovano pace.
Io ho l'abitudine di tacere quando ho troppe cose da dire e troppe nel cuore.
Siamo diventati cosi abitudinari nel vomitare parole prive di valore, luce e profondità. Imparare a tacere è la vera sapienza.
Ci sono persone che non capirebbero mai né le tue parole, né i tuoi gesti. A queste non dare spiegazioni, non servirebbero, lascia loro solo il tuo sorriso e il tuo silenzio.
Sono i vuoti che riempiono i silenzi, non i ricordi. I ricordi non sono altro che echi del cuore.