Noi inchiodati qui a scrivere poesie. So che questa non è poesia. È la storia di un treno. So che su quel treno c'erano un barbone un emigrante un operaio una studentessa un padre di famiglia. So che il barbone ha la mia età senza denti senza capelli e ride e piange e non va da nessuna parte e non ha nessuna valigia. So che l'emigrante ha cinquantatré anni e viene dalla Germania. So che va in Sicilia e nella valigia una stecca di cioccolata. So che l'operaio lavora all'Alfa Romeo. So che ha quarantadue anni nella valigia l'ultima busta paga. So che la studentessa è molto bella e ha diciassette anni. So che va a vedere Roma, nella valigia la macchina fotografica. So che il padre di famiglia ha gli occhiali sessantadue anni un nipote a Bari e nella valigia "la cena per i suoi rondinini". So che stanno aspettando qualcosa e ridono e il treno ride e le valigie ridono e la democrazia nascosta sotto i binari come sempre ride. Bum.
Dana è risaputo...che sussiste..una sottile e fumosa linea...tra l'arte..e la furiosa follia!
questa poesia...mi fa ricordare la strage del treno...non so se questa era l'intenzione dell'autore...ma quel Bum...me la rievoca
Molto belle, certo che anche lui come la grande Alda...
forse sarebbe meglio non diventare riconosciuti Poeti?
Cos'è che da alla testa l'arte o l'amore?
Mah forse Pensieri e Parole farebbe bene a convenzionarsi con una struttura sanitaria adeguata...almeno in questo caso la poesia pagherebbe...managgia credo comunque sia nota alla neuropsichiatria una certa familiarità tra creatività e psicosi.
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