Scritta da: Ambra
Tua madre mi è stata a fianco in un momento in cui nessun altro c'era. Non solo era una strega singolarmente dotata, era una donna gentile, fuori dal comune. Sapeva vedere la bellezza negli altri, perfino, e forse particolarmente, quando una persona non riusciva a vederla in se stessa.
dal libro "Harry Potter e il prigioniero di Azkaban" di Joanne Kathleen Rowling
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    Scritta da: sissina
    Harry scosse la testa.
    "È stato stupido, pensare che fosse lui" mormorò. "Voglio dire, lo sapevo che è morto".
    "Credi che le persone scomparse che abbiamo amato ci lascino del tutto? Non credi che le ricordiamo più chiaramente che mai nei momenti di grande difficoltà? Tuo padre è vivo in te, Harry, e si mostra soprattutto quando hai bisogno di lui. Altrimenti come avresti fatto a evocare proprio quel Patronus? Ramoso è tornato a correre la notte scorsa."
    A Harry ci volle qualche istante per capire quelle parole.
    dal libro "Harry Potter e il prigioniero di Azkaban" di Joanne Kathleen Rowling
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      "Mi ha detto che Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso avrebbero voluto attirarmi fuori dalla scuola... ha detto che l'avrebbero trovato divertente".
      "Ed è quello che avremmo fatto" disse Lupin chinandosi sulla valigia. "Non ho alcun dubbio: James sarebbe stato molto deluso se suo figlio non avesse mai scoperto nessuno dei passaggi segreti che portano fuori dal castello".
      dal libro "Harry Potter e il prigioniero di Azkaban" di Joanne Kathleen Rowling
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        Scritta da: Eleonora La Pazza
        Una massa di sudici capelli aggrovigliati gli scendeva fino alle spalle. Se non avesse avuto quegli occhi brillanti dentro le orbite cupe e infossate, avrebbe potuto essere un cadavere. La pelle cerea era così tirata sulle ossa del viso che questo sembrava un teschio. I denti gialli erano scoperti in un ghigno. Era Sirius Black.
        dal libro "Harry Potter e il prigioniero di Azkaban" di Joanne Kathleen Rowling
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          Scritta da: Eleonora La Pazza
          Harry Potter era un ragazzo insolito sotto molti punti di vista. Prima di tutto, odiava le vacanze estive più di qualunque altro periodo dell'anno. Poi voleva davvero fare i compiti, ma era costretto a studiare di nascosto, nel cuore della notte. E per giunta era un mago.
          Era quasi mezzanotte, e Harry era steso sul letto a pancia in giù, le coperte tirate sulla testa come una tenda, una torcia in mano e un grosso libro rilegato in pelle (Storia della magia, di Adalbert Incant) aperto e appoggiato sul cuscino. Fece scorrere la punta della penna d'aquila sulla pagina, aggrottando le sopracciglia, alla ricerca di qualcosa che potesse aiutarlo a scrivere il tema: Perché i roghi di streghe nel Quattordicesimo secolo furono completamente inutili.
          dal libro "Harry Potter e il prigioniero di Azkaban" di Joanne Kathleen Rowling
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