Scritta da: Alessandra Magnano
Non erano fantasmi, né persone in carne e ossa, lo vedeva.
Assomigliavano più che altro al Riddle uscito dal diario tanti anni prima, che era memoria quasi solidificata. Meno concreti di corpi viventi, ma molto di più di fantasmi, venivano verso di lui, e su ciascun volto danzava lo stesso sorriso affettuoso.
James era alto esattamente quanto lui. Indossava gli abiti nei quali era morto e aveva i capelli arruffati e gli occhiali un po' storti come quelli del signor Weasley.
Sirius era alto e bello, molto più giovane di come Harry l'aveva conosciuto in vita. Avanzava con elegante disinvoltura, le mani in tasca e un sorriso in volto.
Anche Lupin era più giovane, molto meno trasandato, e aveva i capelli più folti e più scuri. Sembrava felice di essere di nuovo in quel luogo familiare, teatro di tante avventure da adolescente.
Il sorriso di Lily era il più largo. Avvicinandosi, spinse indietro i lunghi capelli, e gli occhi verdi, così simili a quelli di Harry, frugavano avidi il suo volto, come se non potesse mai saziarsi di guardarlo.
dal libro "Harry Potter e i doni della morte" di Joanne Kathleen Rowling
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    Scritta da: Esmeralda .S
    Le zanne di Basilisco caddero con gran fragore dalle braccia di Hermione. Corse da Ron, lo abbracciò e lo baciò sulla bocca. Ron gettò via le zanne e il manico di scopa e rispose con tanto entusiasmo che sollevò Hermione da terra.
    "Vi pare il momento?" gemette Harry debolmente. Ma quando non successe nulla, anzi Ron e Hermione si strinsero più forte e iniziarono a dondolare sul posto, alzò la voce. "Ehi! C'è una guerra là fuori!"
    dal libro "Harry Potter e i doni della morte" di Joanne Kathleen Rowling
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      Scritta da: Virgink
      Non riusciva più a controllare il proprio tremito. Non era poi tanto facile morire. Ogni secondo che respirava, l'odore dell'erba, l'aria fresca sul viso, era tutto così prezioso: pensare che altri avevano anni e anni, tempo da perdere, tanto tempo che non passava mai, e lui si aggrappava a ogni singolo istante. Pensò che non sarebbe riuscito a continuare e nello stesso tempo seppe che doveva. La lunga partita era finita, il Boccino era stato preso, era ora di lasciare il campo...
      Il Boccino. Con le dita intorpidite, trafficò per un momento con la saccoccia che portava al collo e lo tirò fuori.
      Mi apro alla chiusura.
      Lo fissò, con il respiro affannato. Adesso che voleva che il tempo che il tempo si muovesse il più lentamente possibile, ecco che accelerava, e l'intuizione sembrò arrivare più veloce del pensiero. Era questo il momento.
      Premette il metallo contro le labbra e sussurrò: "Sto per morire".
      Il guscio dorato si spezzò. Lui alzò la mano tremante, levò la bacchetta di Draco sotto il Mantello e mormorò: "Lumos".
      La pietra nera con la crepa al centro era posata nel Boccino.
      dal libro "Harry Potter e i doni della morte" di Joanne Kathleen Rowling
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        Scritta da: Grinch
        Ginny guardo Harry negli occhi e trasse un respiro e disse: "Buon Compleanno".
        "Si... Grazie".
        Continuava a guardarlo dritto negli occhi, lui invece non ci riusciva; era come fissare una luce abbagliante.
        Bella vista" mormorò debolmente, indicando la finestra. Lei lo ignorò. Non poteva biasimarla.
        "Non sapevo cosa regalarti".
        "Non dovevi regalarmi niente".
        Lei ignorò anche questo.
        "Non sapevo cosa ti sarebbe servito. Niente di troppo grande, perché non puoi portarlo con te".
        Harry azzardò un'occhiata. Non piangeva; era una delle cose meravigliose di Ginny: piangeva molto di rado. Avere sei fratelli doveva averla temprata.
        Lei fece un passo verso di lui.
        "Quindi ho scelto qualcosa che ti faccia pensare a me, sai, nel caso incontrassi quelche Veela mentre sei in giro a fare quello che fai".
        "Le possibilità di uscire con delle ragazze saranno abbastanza scarse, a essere sincero".
        "È proprio quello che speravo" sussurrò lei, e lo baciò come no l'aveva mai baciato prima. Harry rispose il bacio, e fu beato oblio, meglio del Whisky Incendiario; era la sola cosa auntentica del mondo: Ginny, sentirla lì, tenerle una mano sulla schiena e l'altra affondata nei lunghi capelli profumati...
        dal libro "Harry Potter e i doni della morte" di Joanne Kathleen Rowling
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          Scritta da: Eleonora La Pazza
          I loro sguardi che si stavano abituando alla penombra, furono attratti verso l'alto, dal più bizzarro elemento della scena: una figura umana priva di sensi che, sospesa a testa in giù sopra il tavolo, girava lentamente, come attaccata a una fune invisibile, riflessa nello specchio e nella superficie nuda e lustra del tavolo.
          dal libro "Harry Potter e i doni della morte" di Joanne Kathleen Rowling
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            Scritta da: Eleonora La Pazza
            I due uomini apparvero dal nulla, a pochi metri di distanza nel viottolo illuminato dalla luna. Per un istante rimasero immobili, le bacchette puntate l'uno contro il petto dell'altro; poi si riconobbero, riposero le bacchette sotto i mantelli e si avviarono rapidi nella stessa direzione.
            "Novità?" Chiese uno dei due.
            "Le migliori possibili" Rispose Severus Piton.
            dal libro "Harry Potter e i doni della morte" di Joanne Kathleen Rowling
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