Sir Jo Blach,
la tua espressione del commento n° 5 … chi vive nel continuo disagio…mi ha riportato indietro nel tempo – negli anni della seconda, torbida guerra mondiale  – quando la fame, la malaria, la tubercolosi ecc. la facevano da padroni, quando le donne scalze e con qualche cencio addosso, qualche vecchio o apparente tale curvo per il peso dei malanni sulle spalle, ragazzi con la mano stesa in posa di elemosina per un fico secco ma ancor di più quelle donne vestite in nero per la morte in guerra del marito o di qualche figlio che piangevano pianto silente, ancora  giovanissime ma che mostravano, per dirla alla Manzoni, una età avanzata ma non trascorsa ebbene, in quelle situazioni miserevoli l’amore per il prossimo lo si viveva continuamente nei piccoli gesti di ogni giorno. Poveri tra i poveri che dividevano con altri poveri il poco pane che ci offriva “ La tessera “  (documento che ci consentiva il ritiro di 100 gr. di pane pro capite al giorno.) Non mancavano, nel contesto di questa situazione devastante, però, gl’inni, rivolti alla Vergine Santissima affichè cessassero i rigori di quel triste periodo. Ecco che quello che dici nella ultima riga del commento cui sopra rispecchia quanto in effetti i cuori della povera gente riescono a fare.

Infatti era una provocazione. Una provocazione che deriva proprio dal vedere che molti ricchi materialmente sono alquanto poveri di spirito. Possono avere tutto, ma non lo spirito.  E' una situazione perversa, molto perversa. Come è perverso che chi vive nel continuo disagio riesca ad avere una carica emotivamente positiva.

Probabilmente lo stimolo di dover fare per vivere rende più umani è felici.

Gentile Luisa,
loro amano perchè aggrappati alla speranza del Divino e la loro miseria di roba non inficia la nobiltà del loro animo.
Un cordiale saluto e un grazie.

Sir Jo Black,
non si parla, ovviamente di ricchezza materiale ma della ricchezza di spirito che come ben sai, è ben altra cosa. So che tanto scrivi non già perché lo pensi ma per quel tuo ben noto modo intelligente di “ stuzzicare “. A me fa piacere perché ritengo sia il modo migliore per confrontarci.
La battuta è pungente e una risposta la merita: A noi non sta assolutamente bene che quei nostri fratelli muoiano di stenti e di patimenti né tantomeno pensiamo noi poveri e loro ricchi di beni materiali ma, al contrario, crediamo noi vuoti nell’animo e loro ricchi nello spirito.
Con stima e simpatia.

Il problema è che si ammalano presto, sono malati spesso per denutrizione, non si possono curare  e mu0iono felici a 30 anni. Ma questo a noi sta bene vero? Vedendoli stabiliamo che loro hanno la ricchezza e noi siamo poveri!!!