Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte

Capitolo: 4 - Il morto che urla (sotto l'albero di Natale)

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...gli uni agli altri, tra il frigorifero e la porta dello scantinato; ne impedivano l’apertura, nel mentre erano pronti a scalare la faccia laterale del frigo: un mucchio di cartone che cresceva a vista d’occhio. Di fronte alla mia cucina, sul tetto a spioventi coperto da tegole in cotto imbiancate dalla neve, il comignolo in ferro battuto fumava spensierato, gli teneva compagnia l’albero di Natale piazzato dietro la finestra -sotto il tetto-: un monumento alla bolletta dell’Enel, sempre che l’alberello avesse sconfitto i fili interminabili di lampadine intermittenti che congiuravano, per strozzarlo. La caldaia del mio rifugio borbottava, che aveva?, anch’io avevo installato l’alberello dietro la finestra; non poteva ammirarlo nessuno, tranne i pesci, poiché la finestra dava sul mare, dove non c’era anima (umana) viva. Forse la caldaia era incavolata per questo. O forse perché era votata ad immeritata sconfitta; per quanti sforzi profondesse, la partita con il calore di casa dolce casa l’avrebbe persa. Non aveva scampo. Nel mio rifugio la temperatura s’aggirava su livelli africani, un tepore pure eccessivo da godere in maniche di camicia rimboccate al gomito, facendo marameo -con il pollice sul nasoal freddo becco che imperversava fuori; ma non era questione di temperature atmosferiche.... [segue »]

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