Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte

Capitolo: 4 - Il morto che urla (sotto l'albero di Natale)

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...Il calore che mancava, nel mio covo, non l’avrebbero sostituito i termosifoni, neanche sfiatandosi.

Era il calore umano, organicamente assente, e la mia caldaia, bofonchiando, me lo ricordava; la si poteva comprendere. Era costretta agli straordinari, cui avrebbe potuto sottrarsi se il lupo solitario avesse impalmato una bella lupacchiotta; a scaldargli le ossa ci avrebbe pensato lei, e così niente più super-lavoro, per i caloriferi. Come dare torto alla caldaietta, fonte del mio artificiale calduccio? Un calduccio algido, distaccato, lontano. Il punto era che la lupacchiotta iniziava con lo scaldarti le ossa e finiva con il ridurti in cenere; contro la tua volontà, non certo per assecondare eventuali tendenze auto-distruttive. Che, oltretutto, non nutrivo; nessuna velleità limitativa o, peggio, eliminativa, dei miei, per quanto scalcinati, ritmi; delle mie, per quanto stravaganti, abitudini. La coyotina con il cappello da cow-boy, i mini-short in tela di jeans, e gli stivali con gli speroni del bounty-killer: una calamita irresistibile, anche per un ferro malandato ed arrugginito come il sottoscritto. Irresistibile, se non fosse per il balenìo di un pensiero terribile: la presentazione del conto; non ero così allocco da non sapere che il bounty-killer, il proprio lavoro, lo portava sempre a termine, a ... [segue »]

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