Scritto da: Pino Conte

La Bella e la Notte

Capitolo: 4 - Il morto che urla (sotto l'albero di Natale)

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...ambientino che bazzicavano, ma -oggettivamente- la trattazione e la soluzione del caso non erano alla loro portata. Dovevo ammetterlo, avevano fatto pure troppo; e chissà che non fosse vero, avrebbero cambiato vita, a seguito di quella triste vicenda. La cliente me l’aveva detto e ripetuto, ne aveva abbastanza dell’esistenza balorda condotta fin’allora, il decesso del fratello era la goccia che faceva traboccare il vaso; con la lupacchiotta non c’era stato tempo di approfondire, aveva nascosto il suo disagio abilmente, sotto le moine, la malizia, le grazie con le quali m’aveva incartato.

Ma ero certo che anche lei fosse a disagio, nel condurre quella vita dissoluta, e che non volesse davvero ingannarmi. Ci aveva provato, ma senza convinzione, senza la necessaria cattiveria, solo perché prezzolata dallo squalo in giacca, cravatta, e coca; lo rivelava la frase alitata a denti stretti nel mio timpano: “nemmeno col morto a terra aprono gli occhi... “. Quante volte me l’aveva ripetuto! La memoria di simile sfogo era un balsamo, cosparso sull’amor proprio ferito del seduttore che covavo dentro: in fondo in fondo, le ero piaciuto, non aveva solamente provato ad eseguire lo sporco lavoro affidatole dallo Squalo.

Se polizia e carabinieri dormivano, o fingevano di ... [segue »]

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