Scritto da: Satine

E se...


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...la cattiva notizia svenne. Sua madre si portò la mano alla bocca come per impedirsi di urlare. Facemmo rinvenire Jessica e fu l'inizio di un incubo durato quasi un anno.
Dopo il funerale, quando la scomparsa di Nicholas divenne sempre più reale, Jessica cominciò a rifiutarsi di mangiare e di uscire di casa, creando ulteriori danni alla situazione economica già precaria della sua famiglia. Nel giro di due settimane Jessica perse quasi 15 chili. Cominciava a dare segni di instabilità non solo emotiva, ma anche psicologica. Non poteva essere lasciata sola. Sua madre rimaneva a casa il mattino con lei, mentre il pomeriggio, andavo io a farle compagnia, parlarle un po'. Ero l'unica persona con cui ogni tanto scambiava qualche parole. Molto presto però la situazione cominciò a diventare insostenibile. Jessica tentò il suicidio due volte; a questo punto nella primavera del 2008 fu portata a Milano, in un centro psichiatrico, dove rimase chiusa in una stanza di 4 metri quadrati per circa tre mesi. Me ne vergogno, ma in questo periodo andai a trovarla solo tre volte. Non avevo il coraggio di vederla in quelle condizioni: così magra, col viso scavato, mentre in preda alla rabbia correva per la ... [segue »]
Composto domenica 17 gennaio 2010

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