Scritto da: Satine

E se...


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...aveva ricominciato a dare problemi. Si era sentito male durante la notte ed erano stati constretti a ricoverarlo. Ora dovevano fare tutti gli accertamenti. Quel pomeriggio stesso andai a trovarlo. Jessica arrivò un paio d'ore dopo, verso le 18 e 30. Nicholas stava meglio, non aveva più forti dolori e i medici avevano già detto che di lì a una settimana lo avrebbero dimesso. Per ora l'operazione non era necessaria. Nicholas non uscì vivo da quell'ospedale. Dopo soli tre giorni dal ricovero, mentre studiavo filosofia mi suonò il cellulare. "Nicholas è morto", furono le uniche parole che Mattia, un altro amico, riuscì a dirmi prima di mettere giù. Ero incredula, tenni lo sguardo vuoto fisso per un po' sul libro che avevo davanti. Poi mi alzai e uscii. In un quarto d'ora ero all'ospedale. Erano tutti lì. Tutti piangevamo. Mattia riuscì a spiegarmi cosa era successo. Una fatalità. Un errore medico, che ancora una volta era costato la vita ad un ragazzo di 17 anni. E ironia della sorte Nicholas era morto proprio il giorno in cui compiva quei 17 anni. Il mio primo pensiero, come quello di tutti gli altri fu di rabbia: quell'operazione era necessaria, urgente e invece ... [segue »]
Composto domenica 17 gennaio 2010

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