Scritto da: Satine

E se...


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...stanza, andando volontariamente a sbattere contro le pareti e il letto, come se fosse stata un animale in gabbia, e un attimo dopo si fermva, la rabbia si trasformava in tristezza, in lacrime diventavano più copiose, si lasciava cadere, si metteva seduta sul pavimento o sul letto e cominciava a dondolare, avanti e indietro, avanti e indietro, come quell'altalena su cui amava stare la sera. Le braccia incrociate, strette sul seno, le ginocchia quasi contro il mento.
Finalmente dopo tre mesi uscì da lì e ritornò a casa. Le ci volle un po' di tempo, ma quei tre mesi sembravano averle fatto davvero bene. Aveva ripreso a mangiare, anche se poco; ogni tanto mi chiedeva di uscire. Non aveva più accennato al suicidio, né aveva più provato a fare un gesto simile. C'era solo qualche piccolo episodio di autolesionismo, ma anche parlare di Nicholas sembrava non le facesse più tanto male. Sembrava...
Mancava un mese all'anniversario della morte di Nicholas; erano le 8 di sera quando Giulia, la sorella di Jessica mi chiamò. Jessica era morta. Ce l'aveva fatta. Aveva fatto credere a tutti di essere guarita, di stare bene e ora si era uccisa. Fu come se mi fosse ... [segue »]
Composto domenica 17 gennaio 2010

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