Poesie inserite da Elisabetta

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Scritta da: Elisabetta

A che te serve?

A che te serve èsse arto
se poi nun sei all'artezza?
oppure èsse bello
si drento de te nun c'è bellezza?

A che te servono li sordi
se nun conosci la ricchezza?
oppur avè cento diplomi
si te manca la saggezza?

A che te serve 'na gran casa
ma nessuno che l'apprezza?
oppure tanta gente intorno
ma nemmeno.... una carezza?
Composta sabato 4 ottobre 2014
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    Scritta da: Elisabetta

    Er presepio

    Ve ringrazio de core, brava gente,
    pé 'sti presepi che me preparate,
    ma che li fate a fa? Si poi v'odiate,
    si de st'amore non capite gnente...

    Pé st'amore sò nato e ce sò morto,
    da secoli lo spargo dalla croce,
    ma la parola mia pare 'na voce
    sperduta ner deserto, senza ascolto.

    La gente fa er presepe e nun me sente;
    cerca sempre de fallo più sfarzoso,
    però cià er core freddo e indifferente
    e nun capisce che senza l'amore
    è cianfrusaja che nun cià valore.
    Composta venerdì 27 dicembre 2013
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      Scritta da: Elisabetta

      Stella cadente

      Quanno me godo da la loggia mia
      quele sere d'agosto tanto belle
      ch'er celo troppo carico de stelle
      se pija er lusso de buttalle via,
      a ognuna che ne casca penso spesso
      a le speranze che se porta appresso.

      Perché la gente immaggina sur serio
      che chi se sbriga a chiede quarche cosa
      finché la striscia resta luminosa,
      la stella je soddisfa er desiderio;
      ma, se se smorza prima, bonanotte:
      la speranzella se ne va a fa' fotte.

      Jersera, ar Pincio, in via d'esperimento,
      guardai la stella e chiesi: — Bramerei
      de ritrovamme a tuppertù co' lei
      come trent'anni fa: per un momento.
      Come starà Lullù? dov'è finita
      la donna ch'ho più amato ne la vita? —

      Allora chiusi l'occhi e ripensai
      a le gioje, a le pene, a li rimorsi,
      ar primo giorno quanno ce discorsi,
      a quela sera che ce liticai...
      E rivedevo tutto a mano a mano,
      in un nebbione piucchemmai lontano.

      Ma ner ricordo debbole e confuso
      ecco che m'è riapparsa la biondina
      quanno venne da me quela matina,
      giovene, bella, dritta come un fuso,
      che me diceva sottovoce: — È tanto
      che sospiravo de tornatte accanto! —

      Er fatto me pareva così vero
      che feci fra de me: — Questa è la prova
      che la gioja passata se ritrova
      solo nel labirinto der pensiero.
      Qualunquesia speranza è un brutto tiro
      de l'illusione che ce pija in giro. —

      Però ce fu la mano der Destino:
      perché, doppo nemmanco un quarto d'ora,
      giro la testa e vedo una signora
      ch'annava a spasso con un cagnolino.
      Una de quele bionde ossiggenate
      che perloppiù ricicceno d' estate.

      — Chissà — pensai — che pure 'sta grassona
      co' quer po' po' de robba che je balla
      nun sia stata carina? — E ner guardalla
      trovai ch'assommava a 'na persona...
      Speciarmente er nasino pe' l'insù
      me ricordava quello de Lullù...

      Era lei? Nu' lo so. Da certe mosse,
      da la maniera de guarda la gente,
      avrei detto: — È Lullù, sicuramente... —
      Ma ner dubbio che fosse o che nun fosse
      richiusi l'occhi e ritornai da quella
      ch'avevo combinato co' la stella.
      Composta sabato 10 agosto 2013
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        Scritta da: Elisabetta

        I ragazzacci

        Mamma mia, che gran casino,
        oggi in strada e nelle piazze,
        han cominciato dar mattino,
        a strillà e a sbatte tazze.

        Era pieno de pischelli,
        indignati e sorridenti,
        perlopiù dei sbarbatelli,
        ma ner cor pieni d'intenti.

        Chissà che ci hanno ner cervello,
        sarà la paura der domani,
        slogan a iosa e in ritornello,
        battendo er tempo con le mani.

        Ma a quarcun questo nun piace:
        er sol promesso nun s'oscura,
        meglio er popolo che tace,
        che 'na protesta de bambini... ma matura!

        Padri, annate a ripiglialli,
        co' l'elmetto e li bastoni,
        stanno a fà un po' troppo i galli,
        meglio voi già pecoroni!

        Ecco allora che solerti,
        parton militi obbedienti,
        picchian duro sull'inerti,
        spaccan teste e pure denti!

        Ma il divino nun fa sconti,
        e je prepara la fattura,
        per la sera già pareggia i conti,
        de 'sta giornata de tortura.

        Quanno er padre torna a cena,
        stanco toglie la divisa,
        ma di fronte ci ha 'na scena,
        che pe' 'n bel po' n'avrà più risa.

        La moje piagne a più nun posso,
        er figlio ci ha quattr'ossa rotte,
        in piazza gli hanno dato addosso,
        e in faccia de sangue è ancora rosso!

        (Dedicato alle forze dell'ordine e ai loro figli oggi in piazza )
        Composta venerdì 5 ottobre 2012
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          Scritta da: Elisabetta

          Non disprezzare il poco

          Non disprezzare il poco, il meno, il non abbastanza
          L'umile, il non visto, il fioco, il silenzioso
          Perché quando saranno passati amori e battaglie
          Nell'ultimo camminare, nella spoglia stanza
          Non resteranno il fuoco e il sublime, il trionfo e la fanfara
          Ma braci, un sorso d'acqua, una parola sussurrata, una nota
          Il poco, il meno il non abbastanza.
          Composta martedì 8 maggio 2012
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            Scritta da: Elisabetta

            Io sono comunista

            Io sono comunista
            Perché non vedo una economia migliore nel mondo che il comunismo.
            Io sono comunista
            Perché soffro nel vedere le persone soffrire.
            Io sono comunista
            Perché credo fermamente nell'utopia d'una società giusta.
            Io sono comunista
            Perché ognuno deve avere ciò di cui ha bisogno e dare ciò che può.
            Io sono comunista
            Perché credo fermamente che la felicità dell'uomo sia nella solidarietà.
            Io sono comunista
            Perché credo che tutte le persone abbiano diritto a una casa, alla salute, all'istruzione, ad un lavoro dignitoso, alla pensione.
            Io sono comunista
            Perché non credo in nessun dio.
            Io sono comunista
            Perché nessuno ha ancora trovato un'idea migliore.
            Io sono comunista
            Perché credo negli esseri umani.
            Io sono comunista
            Perché spero che un giorno tutta l'umanità sia comunista.
            Io sono comunista
            Perché molte delle persone migliori del mondo erano e sono comuniste.
            Io sono comunista
            Perché detesto l'ipocrisia e amo la verità.
            Io sono comunista
            Perché non c'è nessuna distinzione tra me e gli altri.
            Io sono comunista
            Perché sono contro il libero mercato.
            Io sono comunista
            Perché desidero lottare tutta la vita per il bene dell'umanità.
            Io sono comunista
            Perché il popolo unito non sarà mai vinto.
            Io sono comunista
            Perché si può sbagliare, ma non fino al punto di essere capitalista.
            Io sono comunista
            Perché amo la vita e lotto al suo fianco.
            Io sono comunista
            Perché troppe poche persone sono comuniste.
            Io sono comunista
            Perché c'è chi dice di essere comunista e non lo è.
            Io sono comunista
            Perché lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo esiste perché non c'è il comunismo.
            Io sono comunista
            Perché la mia mente e il mio cuore sono comunisti.
            Io sono comunista
            Perché mi critico tutti i giorni.
            Io sono comunista
            Perché la cooperazione tra i popoli è l'unica via di pace tra gli uomini.
            Io sono comunista
            Perché la responsabilità di tanta miseria nell'umanità è di tutti coloro che non sono comunisti.
            Io sono comunista
            Perché non voglio potere personale, voglio il potere del popolo.
            Io sono comunista
            Perché nessuno è mai riuscito a convincermi di non esserlo.
            Composta domenica 23 dicembre 2007
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              Scritta da: Elisabetta

              Il pane

              Il Pane
              Le filastrocche dei mestieri.

              S'io facessi il fornaio
              vorrei cuocere un pane
              così grande da sfamare
              tutta, tutta la gente
              che non ha da mangiare.

              Un pane più grande del sole,
              dorato, profumato
              come le viole.

              Un pane così
              verrebbero a mangiarlo
              dall'India e dal Chilì
              i poveri, i bambini,
              i vecchietti e gli uccellini.
              Sarà una data
              da studiare a memoria:
              un giorno senza fame!
              Il più bel giorno di tutta la storia.
              Composta giovedì 27 ottobre 2011
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                Scritta da: Elisabetta

                Buonanotte

                La vita ti sorprende
                Sempre
                Lenta, tranquilla e monotona
                scorre
                Poi
                improvvisamente
                Una situazione imprevista
                E Imprevedibile
                Accade!
                ti esplode in faccia
                Un problema
                Tutto si capovolge
                In un attimo
                Tutto cambia
                L'animo in tumulto
                Si dibatte in questa nuova lacerante
                Condizione...
                panico... ansia... confusione...
                rabbia... ricerca... delle soluzioni possibili
                il cuore batte forte
                il sangue pulsa nelle vene
                e mentre ti senti barcollare e stai per crollare
                quando ormai non credi più di farcela...
                ecco la soluzione!
                Arriva improvvisa!
                ACCADE!
                tutto si sistema
                ogni cosa al suo posto
                la vita riprende
                a scorrere
                e tu
                torni a darle un'altra possibilità.
                Composta giovedì 11 agosto 2011
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                  Scritta da: Elisabetta

                  Gli esami di maturità

                  Io dei miei ricordo poco,
                  sai... trent' anni nun so' 'n gioco,
                  pensavo solo a giocà a palla,
                  l'importante era svangalla.

                  Ma pe' te è differente,
                  te sei 'mpegnata veramente,
                  manca solo 'st'altro passo,
                  pe' buttà i libri all' ammasso.

                  Quindi, splendida creatura,
                  lassa perde la paura,
                  tu sei armata del sapere,
                  questo sì ch'è 'n gran potere.

                  Esci e va come a 'na festa,
                  ... nun te sta a spaccà la testa,
                  vedrai che a prova terminata,
                  te farai 'na gran risata.

                  Te vorrei sta lì vicino,
                  nasconneme pur dentr' a 'n taschino,
                  però sappi, dolce amore,
                  che sto lì co' tutto er core!
                  Composta mercoledì 22 giugno 2011
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                    Scritta da: Elisabetta

                    Cacciamoli

                    Si se caccia er clandestino,
                    pensa un pò che gran casino,
                    do' le trovi altre sante,
                    disposte a fare la badante.
                    Ar nonnino cagasotto,
                    chi je mette le mani sotto,
                    ar bambino viziatello, chi je canta "cicciobello".
                    E poi oggi chi cucina,
                    se n'è annata a filippina!
                    Io le mani nun ce le metto, pe ste cose sò un inetto.
                    Questa gente rispettiamo, E la fortuna ringraziamo: noi vivemo dentro a 'n sogno... mentre l' altro ci ha bisogno!
                    Composta lunedì 20 giugno 2011
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