Poesie anonime migliori


Scritta da: Elena D'Andrea
in Poesie (Poesie anonime)

Innamorarsi

Ti innamori così, per caso,
di un tipo qualunque,
che ti era
addirittura antipatico.

Ti innamori così: imparando
a volergli bene, parlandogli,
sorridendogli da amica;
e accorgendoti di star male,
se un giorno non lo vedi.

Ti innamori così: stando
ore e ore insieme a lui,
sentendo il cuore che
batte forte se si avvicina;
e una voglia tremenda
di baciarlo
se dolcemente ti sfiora.

Ti innamori così: sentendoti
morire al solo pensiero
che lui stia con un'altra...
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    Scritta da: Silvana Stremiz
    in Poesie (Poesie anonime)
    Amore
    parola semplice...
    luce e buio
    felicità... disperazione...
    Lamore non chiede
    l amore vuole
    razionale a volte...
    tormento ed estasi
    ma tutto vince l amore.
    Desideriamo l amore
    ma a volte si affronta con
    paura e riluttanza.
    É' aria fresca del mattino...
    fuoco di passione ...
    l amore si puo avere
    non si deve incatenare...
    Ma quando l amore chiama
    gli rispondi sempre si.
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      Scritta da: Silvana Stremiz
      in Poesie (Poesie anonime)
      Il canto allegro della Vita si fa sempre più lento nel mio cuore.
      Una ninna nanna portata dalla freschezza lo avvolge, cullandolo dolcemente nella gioia dei suoi sogni.
      Piano piano, il colori spariscono, coperti da una morbida coperta bianca che scende lieve, dono dal cielo, sopra di loro.
      Li prega di tranquilizzarsi, perché per loro è arrivato il momento di dormire.
      Dormire... i miei occhi si chiudono pesanti, lasciandomi fluttuare nella fantasia del mondo.
      Com'è meravigliosa la pace.
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        Scritta da: Elisabetta
        in Poesie (Poesie anonime)

        Il passero ferito

        Era d'agosto. Un povero uccelletto
        ferito dalla fionda di un maschietto
        andò, per riposare l'ala offesa
        sulla finestra aperta di una chiesa.

        Dalle tendine del confessionale
        il parroco intravide l'animale
        ma, pressato da molti peccatori
        che pentirsi dovean dei loro errori
        rinchiuse le tendine immantinente
        e si rimise a confessar la gente.

        Mentre in ginocchio oppur stando a sedere
        diceva ogni fedele le preghiere,
        una donna, notato l'uccelletto,
        lo prese, e al caldo se lo mise in petto.

        Ad un tratto improvviso un cinguettio
        ruppe il silenzio: cìo, cìo, cìo, cìo.

        Rise qualcuno, e il prete, a quel rumore
        il ruolo abbandonò di confessore;
        scuro nel volto, peggio della pece
        s'arrampicò sul pulpito, poi fece:
        "Fratelli, chi ha l'uccello, per favore
        vada fuori dal tempio del Signore".

        I maschi, un po' stupiti a tali parole,
        lesti s'accinsero ad alzar le suole,
        ma il prete a quell'errore madornale,
        "Fermi, gridò, mi sono espresso male!
        Rientrate tutti e statemi a sentire:
        sol chi ha preso l'uccello deve uscire!"

        A testa bassa, la corona in mano,
        cento donne s'alzarono piangendo.
        Ma, mentre se n'andavano di fuora
        il prete rigridò: "Sbagliato ho ancora;
        rientrate tutte quante, figlie amate,
        che io non volevo dir quel che pensate!"

        Poi riprese; "Già dissi e torno a dire
        che chi ha preso l'uccello deve uscire.
        Ma mi rivolgo, a voce chiara e tesa,
        soltato a chi l'uccello ha preso in chiesa!"

        A tali detti, nello stesso istante,
        le monache s'alzaron tutte quante;
        quindi col viso pieno di rossore
        lasciarono la casa del Signore.

        "Oh Santa Vergine! - esclamò il buon prete -
        Sorelle orsù rientrate e state quiete,
        poiché voglio concludere, o signori,
        la serie degli equivoci ed errori;
        perciò, senza rumori, piano piano,
        esca soltato chi ha l'uccello in mano".

        Una fanciulla con il fidanzato,
        ch'eran nascosti in un angolo appartato
        dentro una cappelletta laterale,
        poco mancò che si sentisser male.
        Quindi lei sussurrò col viso smorto
        "che ti dicevo, hai visto? Se n'è
        accorto!"
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          Scritta da: Danza di Venere
          in Poesie (Poesie anonime)

          Comunque vada

          Ti amerò,
          domani ti amerò e chiederò al tuo cuore di battere,
          ti amerò domani e chiederò al tuo respiro di mandarti in affanno,
          ti amerò chiedendo al tuo corpo un abbraccio,
          ti amerò domani ti amerò e chiederò ai tuoi occhi un saluto,
          ti amerò ogni giorno perché non c'è comando che faccia finire una passione,
          forse non smetterò forse lo farò ma ciò che conta è che domani ti amerò.
          Composta domenica 12 marzo 2017
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            Scritta da: Sèlìs
            in Poesie (Poesie anonime)

            Maschere

            Tutti gli gli esseri umani portano una maschera.
            Ci sono diversi tipi di maschere ma volenti o no tutti sono obbligati ad indossarne.
            I motivi che ci spingono a metterle possono essere più di uno.
            Per non lasciar trasparire dal nostro volto l'odio provato per una persona, o la tristezza, il rancore, la felicità, il disprezzo, e a volte anche l'amore...

            Tutti gli esseri umani portano una maschera,
            c'è chi la porta da quando è nato...
            e chi la porta da quando è morto, da quando la sua anima è morta.

            Un'anima può morire per la perdita della persona amata,
            può morire per la tristezza e l'odio provato negli anni,
            e può morire anche per un amore non corrisposto,
            per un amore mai nato per paura delle avversità.

            Tutti gli esseri umani portano una maschera,
            c'è chi la porta da quando è nato...
            e chi la porta da quando è morto.
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