Scritta da: Lapo Elkan
in Poesie (Poesie anonime)
Quando finisce un amore,
siamo come gocce di pioggia che,
una volta toccata terra,
svaniscono.
Eppure, non smette ancora di piovere.
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Quando finisce un amore,
siamo come gocce di pioggia che,
una volta toccata terra,
svaniscono.
Eppure, non smette ancora di piovere.
Amore
parola semplice...
luce e buio
felicità... disperazione...
Lamore non chiede
l amore vuole
razionale a volte...
tormento ed estasi
ma tutto vince l amore.
Desideriamo l amore
ma a volte si affronta con
paura e riluttanza.
É' aria fresca del mattino...
fuoco di passione ...
l amore si puo avere
non si deve incatenare...
Ma quando l amore chiama
gli rispondi sempre si.
Il canto allegro della Vita si fa sempre più lento nel mio cuore.
Una ninna nanna portata dalla freschezza lo avvolge, cullandolo dolcemente nella gioia dei suoi sogni.
Piano piano, il colori spariscono, coperti da una morbida coperta bianca che scende lieve, dono dal cielo, sopra di loro.
Li prega di tranquilizzarsi, perché per loro è arrivato il momento di dormire.
Dormire... i miei occhi si chiudono pesanti, lasciandomi fluttuare nella fantasia del mondo.
Com'è meravigliosa la pace.
Io, allegoria della pietà, accecato da te, venere monca, deliravo, lama tagliente. Saette invadevano il mio riduttivo involucro, e mentre stuprato e violentato dal tuo bagliore che invadeva il mio cuore, la mente capì che nessuno l'avrebbe mai più ritrovata.
Vorrei essere l'essenza della tua vita...
Vorrei assaporare ogni tuo bacio...
Vorrei perdermi nell'abisso dei tuoi sguardi...
Vorrei piangere ogni sera sulla tua spalla...
Vorrei specchiarmi nei tuoi sorrisi...
Vorrei viverti fino all'ultimo respiro...
Vorrei.
Guardami...
non parlare...
nei tuoi occhi leggo mille parole e quando essi saranno spenti, mi resterà il dizionario del tuo amore!
Era d'agosto. Un povero uccelletto
ferito dalla fionda di un maschietto
andò, per riposare l'ala offesa
sulla finestra aperta di una chiesa.
Dalle tendine del confessionale
il parroco intravide l'animale
ma, pressato da molti peccatori
che pentirsi dovean dei loro errori
rinchiuse le tendine immantinente
e si rimise a confessar la gente.
Mentre in ginocchio oppur stando a sedere
diceva ogni fedele le preghiere,
una donna, notato l'uccelletto,
lo prese, e al caldo se lo mise in petto.
Ad un tratto improvviso un cinguettio
ruppe il silenzio: cìo, cìo, cìo, cìo.
Rise qualcuno, e il prete, a quel rumore
il ruolo abbandonò di confessore;
scuro nel volto, peggio della pece
s'arrampicò sul pulpito, poi fece:
"Fratelli, chi ha l'uccello, per favore
vada fuori dal tempio del Signore".
I maschi, un po' stupiti a tali parole,
lesti s'accinsero ad alzar le suole,
ma il prete a quell'errore madornale,
"Fermi, gridò, mi sono espresso male!
Rientrate tutti e statemi a sentire:
sol chi ha preso l'uccello deve uscire!"
A testa bassa, la corona in mano,
cento donne s'alzarono piangendo.
Ma, mentre se n'andavano di fuora
il prete rigridò: "Sbagliato ho ancora;
rientrate tutte quante, figlie amate,
che io non volevo dir quel che pensate!"
Poi riprese; "Già dissi e torno a dire
che chi ha preso l'uccello deve uscire.
Ma mi rivolgo, a voce chiara e tesa,
soltato a chi l'uccello ha preso in chiesa!"
A tali detti, nello stesso istante,
le monache s'alzaron tutte quante;
quindi col viso pieno di rossore
lasciarono la casa del Signore.
"Oh Santa Vergine! - esclamò il buon prete -
Sorelle orsù rientrate e state quiete,
poiché voglio concludere, o signori,
la serie degli equivoci ed errori;
perciò, senza rumori, piano piano,
esca soltato chi ha l'uccello in mano".
Una fanciulla con il fidanzato,
ch'eran nascosti in un angolo appartato
dentro una cappelletta laterale,
poco mancò che si sentisser male.
Quindi lei sussurrò col viso smorto
"che ti dicevo, hai visto? Se n'è
accorto!"
Avrei voluto perdermi nei tuoi occhi per poi fermare il tempo, annullando l'inverno di questa lontananza. Non esiste distanza tra i nostri respiri anche se quello che tu vivi non mi appartiene, anche se nelle nostre vene scorrono ricordi che sono differenti. Quello che conta veramente sono le emozioni vissute insieme e poi l'amore, tutto l'amore che il nostro cuore ancora grida.
Nel timore di turbarti,
non posso fare altro che ringraziarti,
per ogni sorriso donato,
un giorno migliore mi hai regalato,
fisso il cielo e lo dipingo di verde,
attento cerco l'infinito sperando di vederti,
ma da giorno a sera cambia solo il calore,
cerco ancora un modo per abbracciarti,
ma consapevole della realtà mi basta saperti,
rassegnazione? No mai, nel mio mondo non si dice,
è la via per essere sicuro che tu sia felice.
La notte mi sveglio,
Il mio unico pensiero lui
Il mio unico sogno lui.
La notte mi sveglio
Penso ai suoi occhi
Alle sue labbra.
La notte mi sveglio
E capisco che non potrò mai dirgli ti amo
Che non potrò mai baciarlo.
La notte mi sveglio
Dal mio sogno impossibile
E so che lui è di lei
So che io non sarò mai sua.