Le migliori poesie di Michele Gentile

Poeta, nato martedì 4 gennaio 1972 a Ostia - Roma (Italia)
Questo autore lo trovi anche in Frasi & Aforismi, in Umorismo, in Racconti, in Frasi per ogni occasione e in Diario.

Scritta da: Michele Gentile

edera

Persino la paura teme
la fierezza dell'ignoto
che non si piega ai desideri,
alla speranza.
Non si intenerisce
dinanzi a promesse di complicità
ma potente
ruggisce
dal ferro del futuro.
Ed io,
misero viandante
solo posso farmi governare
nel cuore del cammino
dalla bruma di mare,
ascoltare memorie d'edera
che s'intrecciano ai miei anni
come stelle intorno a un sogno.
Michele Gentile
Composta venerdì 21 dicembre 2012
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    Scritta da: Alessandro Mancini

    Trapassato prossimo

    Ma quale iattura,
    è il mio verbo!
    Coniugarlo alla Nera sposa
    in didattiche nozze con lode.
    Frode... se ci pensi,
    esclusiva certezza
    di un'intera esistenza
    scena ultima
    o madre
    di solenni rimpianti come prole.
    Conviene registrare ogni abbaglio
    rispettare il modo
    e la persona.
    Singolare?
    Plurale maiestatis Sig. Professore
    satellite in fuga dallo zodiaco.
    Io sono... tu sei... noi siamo
    tanti
    tanti peccati fa.
    Michele Gentile
    Composta giovedì 27 dicembre 2012
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      Scritta da: Michele Gentile

      Linea di confine

      Già segnata,
      scolpita
      marcata
      dall'orina
      di un'anima dalmata.
      Laggiù
      ad un passo dalla battaglia
      che s'espande pesante,
      il disprezzo scalcia
      nella pancia del mattino.
      Equilibri che cadono
      vittime di guerra
      sulla linea di confine
      tra due terre
      care e straniere
      abili galassie
      a nascondersi
      per poi collidere.
      Migrano sovente
      popoli e parole
      su convogli di enigmatiche città.
      Non tutti reclamano le chiavi
      di questa parte di mondo,
      colonne di un Ercole
      dal cuore di piuma.
      Michele Gentile
      Composta venerdì 28 dicembre 2012
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        Scritta da: Michele Gentile

        Santa inquisizione

        Chiedo perdono,
        umilmente
        come solo un peccatore
        della mia specie
        può fare.
        Ho inciso questa vita nelle carni
        in profondità,
        sorridendo quand'ero in me
        scrivendo rabbia nei giorni offesi.
        Chiedo perdono
        per aver ucciso la speranza e
        averla seppellita ancora viva.
        Chiedo perdono per aver reciso giovani fiori
        per averli dipinti di nero
        e cuciti sul mio drappo.
        Quale misera umanità rappresento
        quanti errori,
        nei vostri letti sarei stato il benvenuto
        tra il piacere
        e il dovere
        di raccontarvi un uomo nudo...
        chiedo perdono
        chiedo perdono.
        Michele Gentile
        Composta domenica 8 dicembre 2013
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          Scritta da: Michele Gentile

          Il filo

          Torna la tua voce, mare
          a cantare la notte
          così spietata, ruvida.
          Indifeso il cielo respira
          la magrezza del tempo
          sul sentiero di uomini
          confinati alla meta.
          A chi importa brandire
          queste parole, giovinezza
          di disperate chimere,
          triste rinuncia la nebbia
          ad issare la vela.
          E io continuo ad esistere
          a cambiare rifugio
          benché sia già tardi
          e quel filo di luce,
          di dovuta speranza
          resta impigliato
          al tuo muto ricordo.
          Michele Gentile
          Composta venerdì 13 gennaio 2017
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            Scritta da: Michele Gentile

            Alla mia città

            Il canto sei di antiche acque
            che mareggia tra i lidi e la campagna.
            Il sole che mescola i colori dei palazzi,
            la salsedine che accarezza viali e cortili.
            Sei la luna che corteggia il mare
            e tace al Fiume la veglia dei pescatori.
            Il graffio dell'alba che accende gli orizzonti,
            la confidenza del tramonto
            che incendia i silenzi.
            Sei Procoio e il maggese che esulta,
            la Via Severiana dove fiorisce l'alloro.
            La Villa di Plinio che riposa fra i ruderi,
            la resina delle pinete.
            I delfini che si rincorrono a Tor Paterno,
            l'odore dei krapfen a Piazza Anco Marzio,
            le telline del Borghetto, le dorate dune.
            Sei Torre San Michele ancora ritta e fiera senza pace e senza più una guerra,
            le bianche vele in porto
            le verità dell'Idroscalo,
            l'Isola dei Cavalli,
            Tor Boacciana a guardia del Tevere
            fin su a Fiumara Grande.
            Le immortali vestigia
            e la Rocca della Città Antica
            che sfidano i giorni con ironico inchino.
            I pittori, i poeti, i gabbiani
            gli innamorati che al Pontile
            si vanno a raccontare,
            la voce del vento che continua a chiamare.
            Sei le mie stagioni, il mio cammino.
            Le radici che palpitano
            e si tuffano nella tua terra,
            città mia,
            il cielo di cui ho bisogno,
            quel nome che si fa sogno
            tutte le volte che la Sacra Regina
            e la solitaria Venere
            ti augurano la buonanotte.
            Michele Gentile
            Composta lunedì 5 aprile 2021
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