Scritta da: Tuocucciolo .

Impazzirò d'amore

Sentire una bella canzone ma non averti vicino,
vedere il mare al tramonto e non averti vicino,
sentirsi tristi e non averti vicino,
sentirsi felici e non condividerlo con Te,
non ti ho vicino ma sarai sempre nel mio cuore.
Come un arcobaleno senza colori,
come una stella senza luce,
come un albero senza foglie,
come un gabbiano senza ali mi sentirò,
ma quando aprirò il ricordo di Te nel mio cuore,
impazzirò d'amore.
Anonimo
Vota la poesia: Commenta

    Piccola, mi stai facendo troppo male

    La mia vita era vuota,
    dannatamente vuota...
    Poi un giorno mi sono voltata e tu eri lì...
    Pronta a riempire quel vuoto.
    Credevo fossi un angelo mandato dal cielo...
    Poi tutto è diventato più difficile
    E ho capito la verità...
    Non eri un angelo ma un diavolo mandato per farmi sprofondare dal paradiso all'inferno.
    Anonimo
    Vota la poesia: Commenta
      Non c'è limite...
      se non in noi stessi...
      non c'è nulla che possa prevalere.
      Se non in noi Stessi!
      Vieni con me... lasciati guidare...
      vieni con me... non temere...
      vieni con me... lasciati andare...
      ti porterei dove tu non sai...
      ti condurrò dove tu non sai...
      ma ti accompagnerei...
      se pur per un breve tratto...
      per quel tragitto,
      a te ancor sconosciuto
      e non temere non troverai
      né difficoltà
      né ostacoli...
      né Limiti...
      Se non quelli che tu porrai
      Ma... se vieni con me...
      Se decidi di farlo...
      Allora... so già che ti perderai...
      Bevi con me dallo stesso calice
      Un vino rosso... rubino
      Nero d'Avola in purezza...
      Il tuo preferito...
      sorseggiandolo dallo stesso calice...
      gusta anche me...
      Adesso chiudi gli occhi...
      Lasciti andare...
      non pensare...
      non porre né limiti
      né resistenze...
      Perché adesso...
      ti porto via con me...
      ti porterò in un luogo
      che va oltre la realtà
      un luogo...
      dove non vi regna null'altro che
      Il Piacere,
      l'estasi,
      l'oblio
      l'abbandono
      "Al Piacere Assoluto"
      Un luogo che potrai raggiungere...
      Solo insieme a me...
      chiudi gli occhi,
      dammi la tua mano
      e tienimi su di te...
      stringimi forte
      avvolgimi più che puoi...
      con la forza delle tue braccia
      mani... curiose si cercano...
      si legano come stringhe...
      legate come corde di seta nera
      e null'altro sentono...
      null'altro che il mio corpo
      sopra di te... sopra le tue gambe
      cercati... cercami... scopriti...
      gustami... annusami... leccami...
      fatti assaggiare, fatti sentire...
      fammi sentire... sentire di più...
      fino a morire... morire di piacere!
      Corpi ormai umidi... caldi
      irrequieti... desiderosi...
      docili e indomabili...
      si muovono in preda ad una follia pura
      fino a perdersi...
      dentro un "Estasiante Piacere Assoluto!"
      in quel momento correremo insieme,
      ed insieme giungeremo in quel luogo
      dove tutto è leggero... dove tutto genera
      ... l'Origine di tutte le cose.
      In quell'istante riuscirai a vedere
      dentro i miei occhi... tutto ciò che è in te
      Qui, dentro di me...
      un viaggio intenso
      stancante... avvilente
      ma un viaggio che fino d'oggi
      avevi rimandato ormai da troppo tempo...
      ma vale la pena...
      vale la pena di farlo,
      voglio fare questo viaggio con te...
      ancora...
      ancora e un'altra volta e ancora...
      fino a sfinirci... fino a morire.
      Anonimo
      Vota la poesia: Commenta
        Scritta da: Anna D'Urso

        Dalla stradina antica

        Dalla stradina antica, a mare,
        nello scurir dell'imbrunire,
        un piccolo golfo m'appare,
        pria che nebbia inizi a salire.

        Spinge l'onde un furioso vento:
        su neri scogli s'abbattono,
        con ria schiuma da far spavento
        e stanche, e vinte, s'infrangono.

        Scuro, silente, l'austero monte
        s'oppone, v'è più indifferente,
        a cupe nubi già di fronte,
        ché n'è colmo il cielo rasente.

        E presto la luce s'attenua,
        l'aria oscura si fa trascinante,
        e presto il freddo s'accentua.
        Al riparo incauto viandante!

        Addio giorno! La notte scende.
        T'ho speso per ciò ch'ho dovuto,
        gelido un brivido mi prende,
        t'ho speso per il non voluto.

        Mi volto: che bello vederti!
        L'anima mia non è più mesta:
        più grande è la gioia d'averti,
        nell'irosa notte in tempesta.
        Anonimo
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Nastjia

          E se un giorno...

          Rinascerò un giorno,
          nell'animo rinnovato
          da promesse mai sopite,
          ritroverò l'essenza di un domani dimenticato.
          Ma non adesso
          è l'attimo di eterno che cerco.
          Non ora
          può essere sospeso il cammino.
          E se dolore ancora mi accompagna
          procederò a testa alta,
          perché speranza
          si è aggiunta a noi.
          Anonimo
          Vota la poesia: Commenta
            Scritta da: Cinzia Coppola

            La leggenda delle zeppole di San Giuseppe

            La bottega era in fondo alla via,
            tutti quanti sapevano dove.
            Fa Giuseppe: "Adorata Maria,
            molto presto sarà il diciannove;

            vola il tempo, a gran passi s'appresta.
            Invitiamo qui a casa gli amici.
            È il mio nome, lo sai; la mia festa.
            Che ti pare, Marì? Che ne dici?"

            Alza gli occhi Maria dal ricamo,
            risplendenti di grazia divina.
            "Peppe mio, tu lo sai quanto t'amo,
            però sono un disastro, in cucina.

            Ti ricordi dell'ultima volta?
            Mi ci sono davvero impegnata,
            ma mi venne uno schifo, la torta,
            e alla fine l'abbiamo buttata.

            Ma stavolta andrà meglio, lo sento,
            lo vedrai: non ti dico di più.
            Voglio farti davvero contento,
            con il nostro figliolo Gesù!"

            E così ci provò. Poveretta,
            ben tre giorni passò a cucinare,
            ma non era una cuoca provetta
            (era molto più brava a pregare).

            Questa volta riuscì! Nella stanza
            in cui stava la Sacra Famiglia
            si diffuse una dolce fragranza.
            Che languore! Che gran meraviglia!

            Su un vassoio fan mostra di sé
            (beh, Maria, certe volte sei in vena!)
            Zeppoloni di pasta bignè
            ben guarniti di crema e amarena.

            San Giuseppe però storce il naso.
            "Moglie mia, chi può averti aiutato?
            Non mi dire che è frutto del caso;
            tu lo sai, la menzogna è peccato.

            E non fare quel viso contrito!
            Dai, sorridi, mia cara Maria:
            l'aiutante, l'ho bell'e capito,
            si nasconde costì, in casa mia.

            Vieni qua, figlio mio, fatti avanti.
            I miracoli son limitati,
            vanno usati per cose importanti;
            se li impieghi così, son sprecati!"

            Ma Gesù, ch'era ancora un bambino
            lo guardò con grandissimo amore,
            e gli disse: "Mio caro papino,
            stai facendo – perdona – un errore:

            questa zeppola dolce, squisita
            da gustare in un giorno di festa
            rende un poco migliore la vita:
            la magia quotidiana è anche questa.

            È un miracolo lieve, leggero;
            una semplice, morbida cosa,
            che anche al giorno più cupo e nero
            dà una piccola mano di rosa".

            Il papà sentì in gola un magone.
            "Caro figlio, non critico più.
            Su'sti zeppole hai proprio ragione:
            io sò Santo, ma tu sì Gesù!"
            Anonimo
            Composta mercoledì 17 marzo 2010
            Vota la poesia: Commenta