Scritta da: Anonimo Anonimo

Canzone dell'amor perduto

Se potessi scrivere musica,
la userei per descriverti,
mia musa segreta,
la userei per raccontarti l'incolmabile dolore,
mia dannata,
la userei per cantarti le mie giornate,
mia lontana amante,
la userei per sfiorarti,
mio sogno svanito,
la userei per parlarti e rapirti,
guidandoti dolcemente sulle nuvole,
e con il permesso di Orfeo ti lascerei lì,
ti vedrei scivolare sulle note,
ti vedrei sentire l'eco delle mie parole,
e forse capiresti...
eterea nei miei sogni che un tempo furono realtà.
Anonimo
Vota la poesia: Commenta

    Ti voglio bene

    Ti voglio bene non solo per quello che sei, ma per quello che sono io quando sto con te.
    Ti voglio bene non solo per quello che hai fatto di te stesso, ma per ciò che stai facendo di me.
    Ti voglio bene perché tu hai fatto più di quanto abbia fatto qualsiasi fede per rendermi migliore,
    e più di quanto abbia fatto qualsiasi destino per rendermi felice.
    L'hai fatto senza un tocco, senza una parola, senza un cenno.
    L'hai fatto essendo te stesso.
    Forse, dopo tutto, questo vuol dire essere un amico.
    Anonimo
    Vota la poesia: Commenta
      Scritta da: F4B10Z

      22 Settembre

      Tempo.

      Inesorabile compagno,
      odiato nemico.

      Dalla felicità dell'amore,
      alla consapevolezza della solitudine,
      ed il tempo che dovrebbe dar conforto,
      rende tutto più amaro.

      Ed ora, 22 Settembre,
      anniversario di quel che era,
      e che non hai lasciato potesse essere,
      sono qui, a scrivere.

      Scrivo qualcosa che brucia ancora,
      sulla mia pelle, sulle mie labbra,
      direttamente impresso a fuoco,
      sul cuore.

      Odiami. Portami rancore.
      ... ma non dimenticare mai.
      Anonimo
      Vota la poesia: Commenta

        Accordo scordato

        Neanche la seta
        ti aiuta stasera
        a trovare riposo,
        come un giro finito di giostra,
        rattrista il bimbo scherzoso,
        il sogno d'un tratto s'arresta
        impressa negli occhi,
        la faccia del mostro
        il bimbo ormai desto
        da un sonno indigesto.
        Dormendo il mostro non sempre è uno spettro
        a volte è un viso alabastro, la voce di un astro.
        Un volto nel sonno è un suono, un accordo
        riapro i miei occhi e poi me lo scordo.
        E gira, gira e rigira la giostra
        e suono ed accordo diventano inno della mia orchestra.
        Anonimo
        Vota la poesia: Commenta
          Scritta da: Sarah Sullivan
          La mia mente pare un libro aperto
          riesco ad afferrare ogni mio pensiero,
          ogni sfumatura della mia mente è ora visibile;
          gioie passano soavi
          donando toni chiari,
          delusioni rotolano
          a volte provocano dei solchi che
          altre felicità riescono a colmare
          o, almeno, a nascondere.
          Qualche colore deciso appare
          magari se penso a situazioni di cui è imbarazzante parlare.
          Ma all'improvviso...
          un rosso intenso piomba su me.
          Rumore.
          Musica.
          Non è possibile non accorgersene.
          Se Tu angelo mio...
          voli leggero, dolce
          come danzando tra i miei pensieri.
          Ti percepisco, non ti sento
          ci sei.
          Come un lenzuolo di seta che
          mi sfiora il corpo in una notte d'estate,
          provochi in me brividi d'Amore.
          Vorrei stringerti al cuore
          Angelo giocoso.
          Saranno mai le tue ali stanche di dimenarsi per le vie?
          Dimmi si.
          Dimmi che scenderai dal tuo piedistallo profumato.
          Prendimi le mani.
          Portami con Te.
          Non desidero più che sia
          solo un oscuro pensiero luminoso.
          Ma sono incapace di lavorare
          come creta il mio presente.
          Siedo sulle scale dei miei pensieri.
          Aspetto Te...
          Come una rondine
          attendo la primavera.
          Il respiro dei colori della mia pace
          che forse mi donerai.
          Anonimo
          Vota la poesia: Commenta
            Non incolpare nessuno,
            non lamentarti mai di nessuno, di niente,
            perché in fondo
            Tu hai fatto quello che volevi nella vita.
            Accetta la difficoltà di costruire te stesso
            ed il valore di cominciare a correggerti.
            Il trionfo del vero uomo
            proviene delle ceneri del suo errore.
            Non lamentarti mai della tua solitudine o della tua sorte,
            affrontala con valore e accettala.
            In un modo o in un altro
            è il risultato delle tue azioni e la prova
            che Tu sempre devi vincere.
            Non amareggiarti del tuo fallimento
            né attribuirlo agli altri.
            Accettati adesso
            o continuerai a giustificarti come un bimbo.
            Ricordati che qualsiasi momento è buono per cominciare
            e che nessuno è così terribile per cedere.
            Non dimenticare
            che la causa del tuo presente è il tuo passato,
            come la causa del tuo futuro sarà il tuo presente.
            Apprendi dagli audaci,
            dai forti
            da chi non accetta compromessi,
            da chi vivrà malgrado tutto
            pensa meno ai tuoi problemi
            e più al tuo lavoro.
            I tuoi problemi, senza alimentarli, moriranno.
            Impara a nascere dal dolore
            e ad essere più grande, che è
            il più grande degli ostacoli.
            Guarda te stesso allo specchio
            e sarai libero e forte
            e finirai di essere una marionetta delle circostanze,
            perché tu stesso sei il tuo destino.
            Alzati e guarda il sole nelle mattine
            e respira la luce dell'alba.
            Tu sei la parte della forza della tua vita.
            Adesso svegliati, combatti, cammina,
            deciditi e trionferai nella vita;
            Non pensare mai al destino,
            perché il destino
            è il pretesto dei falliti.
            Anonimo
            Vota la poesia: Commenta
              Scritta da: Giuditta C.

              Filastrocca del sole

              Sole che ridi e mi baci la faccia
              sento il calore delle tue braccia
              Con una mano mi copro gli occhi
              mentre mi tingi di scarabocchi
              Macchie, lentiggini e piccoli nei
              tutti i tuoi segni saranno miei
              Saran di tutti, saranno belli
              Racconteranno che siamo fratelli
              Figli del mondo, e come ogni gente
              nati dal tutto e dal niente.
              Anonimo
              Composta martedì 4 marzo 2014
              Vota la poesia: Commenta