Scritto da: Luca Zecca

Sulla preghiera


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PREGHIERA, dal provenzale “preguiera”, che deriva dal latino popolare “precaria” (sost. f.), derivata a sua volta dal latino “precarius” (agg.) nel senso quindi di “ottenuto con preghiera”/“ottenuto in maniera precaria” e quindi come aggettivo significava di “cosa precaria”.

Dalla premessa linguistica già iniziamo a infilarci in un sentiero che ci porta a scorgere varie sfumature di quella che potrebbe essere vista come una cosa scontata e universalmente riconosciuta ma che nei fatti ha mille sfaccettature dettate dalla propria storia religiosa familiare e comunitaria.
Infatti se per molti la preghiera si identifica solo come una formula ripetuta a memoria (la “giaculatoria”: breve preghiera non liturgica), come un rito scandito dalle ore del giorno (“ore canoniche”: suddivisione antica della giornata in momenti per la preghiera comune) o un vero e proprio dialogo con Dio da fare con il pensiero e il cuore in qualunque momento della giornata come si vuole.
Per altri la preghiera è un atto con cui si chiede qualcosa a Dio, un atto con cui lo si ringrazia, o ci si pente, oppure una richiesta di intercessione verso la Madonna o un Santo affinché essi stessi con le loro preghiere fortifichino il nostro pregare verso Dio.
Ma ... [segue »]
Composto venerdì 2 aprile 2021

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