Quello è il mio corpo, penso davanti allo specchio. Una volta era abitato. È stato aperto e poi richiuso. Bombardato di ormoni, allagato di medicinali, puntellato dalla ritenzione idrica. Ora si è gonfiato, come l'intonaco di una parete quando si rompe un tubo e c'è una perdita. È un corpo inservibile, senza più una forma né uno scopo. È una ferita che sanguina, e a detta dei medici continuerà a sanguinare ancora per molto. Non è più il corpo di una madre né quello di una ragazza. [...] Lorenzo, andandosene, ha spento tutte quante le luci. Si è solo dimenticato di chiudere la porta. Ma qui, ormai, non c'è più niente da portare via.
Composto lunedì 22 luglio 2013
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