Scritto da: Bartolo Fontana

La baia delle stelle


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...due). La disperazione di Angelo, a quel punto, divenne evidente e il suo sguardo si perse nel vuoto più totale. La spiaggia era lì, come sempre, nella sua naturale semplicità; nessuna duna, piatta fino alla noia e nemmeno lunga con i suoi pochi metri. I giorni iniziarono a trascorrere velocemente. Angelo ogni sera tornava sulla spiaggia ma del suo gigante aveva perso oramai traccia e speranza.

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Anna era presa dai preparativi per il matrimonio, era quasi tutto pronto. Il tavolo della sala da pranzo, addobbato a festa per le grandi occasioni, esponeva in bella vista i vari regali di parenti e amici, stando molto attenti alla posizione di questi al fine di evitare che un regalo finisse in seconda fila, soprattutto quello di zia Concetta." Tutta roba che non serve a nulla, guarda quanti doppioni "ripeteva spesso Angelo che per sua natura non amava i regali in genere. Inoltre si avverte quando un regalo è fatto col cuore o per" dovere ". Ovviamente le osservazioni di Angelo erano condire da una leggera ironia e garbo per non turbare la sua amata.

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Arrivò il giorno del matrimonio. Domenica mattina, ore 11,00. Le campane del duomo iniziarono a suonare a festa. I sessantaquattro gradini, quelli del duomo, erano tutti coperti da petali di rose rosse e bianche. Anna, nel suo vestito beige, ricamato da preziosi pizzi di merletto, avanza maestosamente verso l'altare. La cerimonia fu breve, come piaceva ad Angelo. Poche ma sentite parole. Uscirono dalla chiesa sotto una pioggia di riso e di fiori. Scesero la scalinata tra applausi e lacrime di commozione avvolti dall'affetto di tutti. Una macchina d'epoca li attendeva per condurli al ristorante. All'improvviso, un bambino si fece spazio tra la folla cercando di avvicinarsi ad Angelo. Il suo piccolo corpo non gli consentiva di avvicinarsi, strattonato dall'euforia del momento. Angelo se ne accorse e si avvicinò a quella creatura per donargli una carezza. Il bambino, grato del gesto, protese le sue braccia per consegnare un piccolo pacco." Sarà il solito ritardatario che manda il suo regalo ", urlò uno dei presenti. Angelo osservò attentamente il pacchetto avvolto in uno sgualcito foglio di giornale." Un signore mi ha pregato di darvelo", disse in un incerto italiano il bambino. Anna guardò Angelo. Le sue mani, stranamente sudate, iniziarono a scartare l'involucro con una strana impazienza. Improvvisamente il frastuono generale degli invitati, come d'incanto, si quietò e tutto intorno cadde il silenzio. L'attesa era diventata infinita mentre Angelo cercava di togliere la carta al piccolo pacco. Angelo continuava a scartare. Finalmente giunse al dono. Una pietra rossa come il rubino. Ma non era un rubino. Era molto, molto di più.

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