Scritto da: ametista

La tua pelle


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...turgide. Mi avvicino con le mie labbra, vorrei solo sfiorarle, ma decido all'improvviso, che non posso farlo. Questo spazio ovattato è troppo flebile, troppo inconsistente, basta veramente un nulla, un palpito, un gesto, un tocco, seppur leggero, a riportarci in questa dimensione, ed io ancora non lo voglio. Lascio a malincuore le tue labbra, scendo sulla tua gola, in questa curva, dove la mia bocca sbanda, come un auto che ha perso il controllo della strada e urta come impazzita, coi suoi baci sul tuo collo. Sento qui la tua pelle ispida, ruvida, con la barba, che raschia, brucia e irrita la mia pelle, lasciando su di lei un tenue rossore a ricordo di una delicata guerra, di conflitti amorosi, baci appassionati, carezze di labbra. Lasciando il tuo collo, la mia mano raggiunge la meta sognata, desiderata, agognata da una vita, aspettata a lungo. Perché ho sentito da sempre che esisteva, che c'era e che prima o poi l'avrei trovata, vissuta, toccata, assaggiata. Finalmente arrivo a toccare la tua pelle. Forse il mio tocco, per la fretta è stato poco leggero, perché ti scuoti leggermente. Velocemente ritiro la mia mano e spero che tu non ti svegli. Non posso fermarmi ... [segue »]

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