Scritto da: Valeria

Lo sguardo di chi resta...


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...di cataloghi di viaggi. Ciò l'obbligava a spostarsi continuamente di città in città. Essere ovunque senza appartenere ad alcun posto, era ciò che voleva sia nel lavoro sia nella vita privata. In questo, plagiata anche dal fatto che fino a quel momento, era sempre stata affascinata da uomini che spacciavano per pura poesia la filosofia della mancata appartenenza. Ma ben presto, avrebbe capito che era solo un retaggio distorto dei figli dei fiori, usato come alibi per mascherare una sudicia astuzia.
Per Giulia i primi mesi vissuti in questo modo sono stati puro ossigeno. Il suo incessante viaggiare non le permetteva di crearsi dei legami che andassero al di là della conoscenza superficiale. "Non ho bisogno di nessuno" si ripeteva, "Se non mi lascio toccare in fondo, non ci saranno vittime innocenti, né tatuaggi di dolore sulla pelle dell'animo".
E questo espediente funzionava alla grande. Un tale vivere le dava l'illusione di spensieratezza che voleva e, soprattutto, della libertà svincolata dai fantasmi del passato, della morte che non voleva più ricordare, degli amori che desiderava dimenticare, e la lontananza dagli sguardi inquisitori e dal vociare maligno delle comari dell'ignoranza.
Ma l'essere umano, si sa, è un animale politico. Ad un ... [segue »]

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    Scritto da: Valeria
    Riferimento:
    Racconto inserito all'interno dell'antologia 2008.

    Commenti

    1
    postato da , il
    Un vero schiaffo,di più,un ceffone.

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