Scritto da: Franco Paolucci

condannati all'incertezza


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...Tutto dal Tutto percepito.
Abbiamo così una sorta di "Prova" che possono esistere realtà mai percepite direttamente ma in un qual certo modo a noi manifeste: la Perfezione; l'Immobilità assoluta; il Nulla; la Atemporalità nell'idea dell'attimo fuggente; l'Eternità; l'Infinitezza del Tutto o, quantomeno, di quanto esteso al di fuori dei nostri limiti; la intuibilità del complesso ordinamento meccanico del "Tutto", e via discorrendo, divengono cose per noi esistenti e da noi immaginate, pensate, che non possono prescindere da una entità pensatrice loro generatrice, incluso il "Nulla".
Intuendo che tale entità pensatrice, loro generatrice, non può essere solo la nostra, così consapevolmente soggetta a possibili errori, poniamo tale entità pensatrice al di fuori di noi, e più appropriatamente, al di sopra di noi, posta nella solitudine di una sorta di Nulla Primigenio.

Abituati come siamo a dare un nome a tutte le cose, tale entità viene comunemente chiamata Dio.
Abituati come siamo a personificare presenze astratte come ad esempio la Fortuna, la Vittoria, la Gloria, la Paura e quant'altro simile, tendiamo anche a personificare quanto di più impersonificabile esista (sia esso reale o esista solo nella nostra immaginazione) finendo per personificare quell'entità pensatrice e regolatrice supposta che chiamiamo Dio.

Dal ragionamento ... [segue »]
Composto mercoledì 21 agosto 2013

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