Scritto da: mikele74

C'era una voltra di pietra


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...carezzato quasi a scusarsi per la tragica fine destinata al contenuto. Il sole muoveva l'ombra dello stilo tanto che a volte impallidiva di fronte alla luna prima che Lino finisse il suo bicchiere di vino. Voleva godere di ogni singola goccia.
Finalmente una mano dal cielo. Lino fu rispedito a casa, congedato perché il maggiore di quattro fratelli tutti richiamati alle armi. Non poté avvertire nessuno del suo arrivo in quanto le comunicazioni erano interrotte e comunque sarebbe arrivato prima lui di qualsiasi lettera. Treno, poi corriera per l'ultimo tratto tra i tornanti delle sue montagne. Era impaziente di arrivare, la corriera continuava a fermarsi per caricare persone e ogni genere di bene. Addirittura una gabbia per uccelli, una sedia a dondolo, ed una piccola cassapanca bianca. Ad ogni fermata Lino prendeva dalla tasca laterale dello zaino la bottiglia comprata in mattinata e la rimirava. Una bottiglia di Paradiso gran riserva, uva 100% nebbiolo, vendemmia 1940. Il sorriso stava esplodendo tra le labbra quando la corriera si fermò proprio di fronte al ristorante. Scese, alzò lo sguardo vide Olga sull'uscio, pareva pietrificata cercò con gl'occhi Mariangela ma non c'era. Si voltò verso la corriera un uomo scaricava dalla pancia del mezzo la cassapanca bianca. Non era una cassapanca ma una piccola bara. Lo stomaco fu in gola, il caos esplose nelle testa, le gambe cedettero facendolo crollare sulle ginocchia, la bottiglia cadde si frantumò e la terra bevve, facendo suo per sempre, quel dolce nettare.

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