Scritto da: Gianluca Cristadoro
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...mesta disillusione. Se questo riuscissi a fare, è mia ferma convinzione che accrescerei la motivazione di ciascuno e che la produttività individuale triplicherebbe (valutazione sofferente di sottostima). Niente di nuovo sotto il sole e nemmeno sotto il cielo stellato. Basti rivedere la storia di Adriano Olivetti, uno dei pochi autentici innovatori dell'industria su scale mondiale. Se tutti gli individui con assegnata una qualche responsabilità nelle aziende, nella pubblica amministrazione e nella società in genere (escludendo la politica in senso stretto, piaga non debellabile a meno di rivoluzioni non solo culturali), agissero in base a questi ed altri simili principi si creerebbero le giuste leve per risollevare le sorti di un'economia affondata soprattutto sotto la coltre della demotivazione individuale e collettiva, sorgente primaria di egoismi miopi ed autodistruttivi. Già..." se ", per l'appunto. Ma il timore di perdere quello scranno così faticosamente conquistato (!? ), la paura di essere dei pionieri in questo campo, con tutti i rischi che ciò comporta e ultima, ma non ultima, la pressoché assoluta certezza che i cosiddetti primi riporti si schiererebbero a testuggine vedendo intaccato il proprio sempiterno potere, segnalando a livelli di autorità ancora superiori la non ortodossia comportamentale del loro capo, sono ragioni più che sufficienti a far desistere chiunque o quasi dall'intrapresa. A quel" quasi ", a quel flebile lumicino di speranza sono appese le sorti di molti di noi. Questo volevo dire (più o meno) e questo ho detto.".
Composto lunedì 13 gennaio 2014

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    Scritto da: Gianluca Cristadoro
    Dedica:
    Dedicato a tutti i Top Manager che non fanno il loro dovere.

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    Si' Tina... I politici lasciamoli stare. E' l'unico genere di esseri viventi rispetto ai quali avverto un sentimento vagamente r*az*z*stico...
    Pino, avendoci a che fare quotidianamente (ma può essere che il mio sia un microcosmo non sufficiente all'elaborazione di una statistica affidabile) ti dirò che molti dei citati manager (un buon 50%) dispongono di competenze sufficienti per farsi carico delle responsabilità affidate loro dall'organizzazione aziendale. Quello di cui palesemente d*ifettano e' la fortissima preoccupazione di perdere il proprio ruolo, cosa che orienta ogni decisione e atteggiamento verso una stagnante cautela, principale n*emico dell'innovazione, non solo tecnologica, vera linfa vitale per le aziende e la società italiana. A questo unisci ambizione e e*goismo tipici di costoro e la frittata e' fatta.  Motivazione, energie ed idee nuove abbattute e m*ortificate, ascesa verso posizioni apicali di figuri in tutto simili ai propri mentori e, con ciò, assoluta garanzia di conservazione della specie.
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    postato da , il
    Si' Tina... I politici lasciamoli stare. E' l'unico genere di esseri viventi rispetto ai quali avverto un che' di r*az*z*stico...
    Pino, avendoci a che fare quotidianamente (ma può essere che il mio sia un microcosmo non sufficiente all'elaborazione di una statistica affidabile) ti dirò che molti dei citati manager (un buon 50%) dispongono di competenze sufficienti per farsi carico delle responsabilità affidate loro dall'organizzazione aziendale. Quello di cui palesemente d*ifettano e' la fortissima preoccupazione di perdere il proprio ruolo, cosa che orienta ogni decisione e atteggiamento verso una stagnante cautela, principale n*emico di quella innovazione, non solo tecnologica, che rappresenta la linfa vitale per le aziende e la società italiana. A questo unisci ambizione e e*goismo tipici di costoro e la frittata e' fatta.  Motivazione, energie ed idee nuove abbattute e mortificate, ascesa verso posizioni apicali di figuri in tutto simili ai propri mentori e, con ciò, assoluta garanzia di conservazione della specie.
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    Caro Gianluca, molti, forse troppi sono i manager, ma veramente pochi, sono quelli illuminati! Per non parlare poi dei politici... che si aprirebbe, un dibattito, infinito!
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    Modificherei la dedica come segue: "Dedicato ai pochi responsabili di posizioni preminenti (politiche, aziendali, universitarie eccetera) che non fanno il loro dovere pur avendo la capacità e le competenze per farlo; giacché i più,  pur essendo giunti a rivestire il ruolo in virtù di indubbie capacità arrampicatorie ed intrallazzatorie, il proprio dovere, per crassa e disarmante incompetenza, non saprebbero, poverini, come  poterlo fare".

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