Mio padre mi ha cresciuta poco, perché troppo poco è stato il nostro tempo insieme, quanto basta però per farsi amare, per farsi ricordare. Fanciullezza spensierata la mia, spezzata da un chiudersi d'occhi per sempre. I miei di adulta li apro sopra un ricordo che, come una vecchia coperta, ti avvolge e ti scalda il cuore. Mio padre. Rivedo il genitore a volte un po' severo, il passo svelto in compagnia del suo bastone tornar da funghi, fischiettando un motivetto. Risento il ticchettio della macchina per scrivere, allora fastidioso, mentre oggi è un silenzio rumoroso in un punto della casa. Sono con lui mentre andiamo a scuola, a piedi come sempre, aggrappata a quel suo dito come fosse il mio sostegno, fiera di lui, orgoglioso di me. Lo rivedo sul divano, trasportato dalla musica, quelle opere da lui amate e da me in seguito apprezzate. Se ne è andato troppo in fretta lasciandomi una frustata sul cuore. Anche allora il tempo con noi è stato avaro. Quel tempo che lentamente si è preso il mio dolore, passando accanto al mio cuore sempre gonfio dell'amore che mi porto nella mente per quel padre così lontano ma che protettivo sento dietro di me.
Commenti