Scritto da: lorenzoctd

Come Tragedia


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...troppe volte avrebbe voluto sue. Ma Rachele lo bloccava, si volgeva, divincolava i suoi occhi e infine li abbassava allontanandosi di un passo.

Joshua: Mi sto innamorando di te Rachele.
Rachele: Come?
Joshua: Mi sto innamorando di te.
Rachele:...
Joshua:...
Rachele:...
Joshua: Cosa pensi? Cosa devo pensare?
Rachele:...

Le si era avvicinato, l'aveva abbracciata, le aveva sussurrato all'orecchio quelle parole. Lei si era limitata ad abbassare la testa, nascondere i suoi occhi, ritirare ancora una volta la sua anima, i suoi veri pensieri; era stata una tortura per Joshua dover pensare ad indovinare cosa fosse, doversi chiedere la risposta, doversela costruire parola per parola, dover dire:

Joshua: Amici come prima?
Rachele: Spero di sì.

Tre parole, tre parole a demolire tutto, tre parole per scavare fossati e riempirli di bile, tre semplici parole, proprio in quell'ordine, come se mai fosse cambiato nulla, come se l'edera avesse inglobato anche questo, come se mai qualcosa le avesse raggiunto il cuore per poter tornare indietro.
Così, in Joshua, qualcosa si ruppe e cadde: come un castello di carte cade alla fine del gioco, come Roma cadde, come toccò a Napoleone cadere, come sprofondano i bambini, nel semplice abbandono di una luce troppo bianca per fendere il nero.... [segue »]
Composto giovedì 30 novembre 2000

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