Scritto da: Simona Giorgino

Tailleur e mocassini


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...mia porta. In un baleno mi viene alla mente la caldaia, i tecnici e il mio pigiama. Non faccio in tempo a cambiarmi. Corro ad aprire. Alberto appare da dietro la porta sorridendo. Gli chiedo scusa per il mio stato e gli dico che avevo dimenticato di mettere la sveglia. Lo faccio entrare e lui comincia i lavori. Ad un tratto lo sento dire qualcosa, gli chiedo di ripetere perché non ho capito e mi dice: "Ti chiedevo come è andato il tuo colloquio di lavoro". Senza che se ne accorga gli getto uno sguardo diabolico. Avrei preferito dimenticare tutto in fretta. Gli dico: "Diciamo che... rimango magazziniera". Lo dico con un tono di voce tale che lui sembra capire che non è andata affatto bene e soprattutto che Mark non è esattamente quella persona che mi aspettavo. Infatti ora lo so, Mark è esattamente la persona che mi raccontavano gli altri. Mi sono illusa che potesse essere diverso e l'ho fatto solo perché ne ero innamorata. Forse in cuor mio ho sempre saputo che tipo di persona lui sia. Mentre svolgo questi pensieri di delusione nella mia mente, Alberto ha finito di operare alla caldaia, mi dice che manca ... [segue »]
Composto domenica 27 dicembre 2009

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