Una via - profumata di fiori e farfalle - costeggiava il dirupo; era una di quelle viuzze strette strette che, giusto con un piede avanti e l'altro indietro, poteva esser percorsa. La parete che costeggiava la viuzza era tutta di pietra; era un costone della montagna che sovrastava. Siccome con un piede avanti e l'altro indietro, in quella stretta via, non era facile trovare l'equilibrio, una mano stava poggiata sul costone di roccia e l'altra pendeva, quasi, nel vuoto. Da una parte sentivo la robustezza della fermezza, dall'altra non mi sentivo perché era il vuoto... chiamatela pure leggerezza. Intanto, gocce di sudore segnavano i miei passi: forse era paura, forse era ragione. Ma... neanche un passo in più che la vidi. Fu sorriso.
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