Scritto da: Bruno Cotronei

Oro alla patria


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...munita di mestolo si affonda nel pozzetto del limone, della fragola, della nocciola e della cioccolatta per servire i clienti. Ma altre legioni d'insetti si precipitano a prendere il posto dei caduti. Le insufficienti fontanine pubbliche lasciano scorrere quel filo d'acqua che tutto il giorno vede una folla di donne, bambini e vecchi riempire secchi, fiaschi e bottiglie che vengono svuotati negli sbrecciati acquai dove mani avide si immergono per un tentativo di pulizia che, presto deluso, cade nell'indifferenza e nella rassegnazione. I rubinetti solo qualche volta concedono qualcosa di più di poche gocce del prezioso liquido e gli sciacquoni non raggiungono mai il livello sufficiente per fare ingoiare il materiale fetido e scuro che i tanti abitanti producono perché la vita deve continuare, non può arrestarsi perché l'ottocentesco acquedotto non riesce a soddisfare quel minimo di vitali esigenze di cittadini di uno stato che pur invia spedizioni per conquiste coloniali dal costo di fior di milioni. Un paio di pizzerie sono aperte e mani abili, ma dalle unghie nere di sudiciume, impastano la farina dove riversano l'acqua raccolta di prima mattina e cospargono di pomodoro e mozzarella il tondo appena formato. Fulminea la stessa mano schiaccia o scaccia una ... [segue »]

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