Scritto da: Antonia

Vita da cani


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...e che non avrei potuto riportarmelo a casa.
Poi si chinò su di me e mi strofinò il muso con una carezza, donandomi una sensazione difficile da esprimere sulla carta, un qualcosa che bisogna solo provare per capire. Quella mano leggera sul mio corpo lasciò un ricordo indelebile; quando me ne andai avevo ancora addosso il profumo di quelle dita bianche ed affusolate.
Ogni mattina, puntualmente, squillava il telefono: era lei che ci dava notizie del cucciolo e ci rendeva partecipi di ogni suo miglioramento. Venne il giorno che ci telefonò per dirci che Alì, così era stato chiamato, aveva trovato una famiglia. Rimasi un po' male perché l'avrei voluto veder crescere con me, ma mi resi conto che in casa eravamo già in troppi ed i miei non avrebbero potuto fare ulteriori sacrifici. Sono passati molti anni e sono diventata vecchia: me ne rendo conto dal pelo che si è imbiancato e dalle gambe che non mi reggono più come una volta. Oltretutto non ci vedo quasi più, ma Irene non si arrende e continua a portarmi al parco quasi tutti i giorni, tempo permettendo. Ho molto più appetito di quand'ero giovane e divoro il contenuto della ciotola in un attimo, rischiando di soffocarmi per la mia ingordigia. La dottoressa che mi ha visitato ultimamente ha detto che mi trova in salute, che ho un cuore forte che probabilmente batterà ancora per parecchi mesi. Batterà ancora per parecchi mesi? Non ho capito cosa volesse dire e non mi importa di comprendere: sto troppo bene così come sono, coccolata e vezzeggiata, con i miei sedici anni tutti spesi bene e straordinariamente ben portati.

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