Mettiamola così: è venuto per farci mettere le mani dentro di noi, guarda nel fondo la bambola di polvere con cui non hai mai parlato, guarda il padre che hai usato come una lancia, guarda il figlio, guarda la tua famiglia assieme a te imbucata nell'universo. No, non è un'occasione che ci renderà migliori, è qui l'orologiaio virus per aggiustare il modo di segnare il tempo, e tu città vuota impara a sentirti vuota e tu che giravi sempre ora stai fermo per tre mesi, e tutti a fare i conti con l'angelo e col demone che portiamo dentro, tutti ora in casa diventiamo contadini chini a coltivare le nostre terre, chiusi nell'avventura umana senza i soliti intrattenimenti, chiusi nella vita di sempre che è sempre stare alla vigilia della morte. E allora non conta molto quello che ti aspettavi ieri, quello che ognuno si aspetta da sempre, conta imparare, prendere appunti in questi giorni direttamente dal proprio cuore, dalla propria testa, l'unico notiziario da ascoltare attentamente è il nostro corpo e in questo ascolto c'è salute, c'è la barriera ai mali piccoli, gli unici che conosciamo, il male più grande non lo vedrà mai nessuno, mai a nessuno sarà possibile vivere l'inferno in questa terra, sempre ci sarà un luce e ora ce ne sono tante, ora stiamo morendo e stiamo guarendo, era chiaro anche prima, ma ora è proprio lampante e non è questione mondiale, non facciamo proclami grandi, è questione di come starai nella tua pancia, nelle tue costole, di come aprirai la bocca a un'altra bocca di come saprai unire bellezza e pietà. Da questi giorni improvvisamente misteriosi non avremo altra, più luminosa eredità.

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