Scritto da: Norberto Lafferma

Il pensiero d'oro


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...soliti litigi di mamma e papà!
In quei momenti, ma anche quelle volte in cui, quasi per miracolo - così come capita per un regalo inatteso comparso dal nulla - poteva mettere il cuore in pace e riaddormentarsi senza temere di subire gli echi del disamore, i suoi pensieri andavano alle case vicine in cui immaginava le famiglie che vivevano in armonia. Molto probabilmente, in quelle abitazioni, altri bambini come lui stavano per abbassare le palpebre ed immergersi in un sonno profondo ma senza quella pesante tristezza, simile ad un macigno che appoggiato sul suo petto lo stava per schiacciare crudelmente.
Così, ripensando alla sua infanzia, gli sembrava ora molto chiaro che, da sempre, aveva percepito quale potesse essere la possibile felicità che però (di questo ne era ormai certo) apparteneva solo ad altri... quel dolce calore, quella luce avvolgente che non avrebbe mai potuto assaporare ma semmai solo intuirne la possibile esistenza, allo stesso modo in cui si può pensare ad una squisita polenta, fiutando a distanza il suo meraviglioso profumo giallo oro.
Come le altre sere cercò di trattenere quel "pensiero d'oro" con la forza della disperazione di chi, pur di non lasciarsi sopraffare dal buio, accende un cerino. Pochi secondi di luce potevano bastare per credere che anche lui, un giorno, avrebbe potuto liberarsi della felicità solamente immaginata per abbandonarsi, finalmente, in un caldo e accogliente abbraccio.

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