Scritto da: Nicolò Bortoletto

La vita che non conosco.


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...la tv e mi precipito velocemente fuori per prendere aria e per calmare i pensieri.
Mi avvio nel corridoio, immerso nel bagliore dei neon e nell'odore penetrante di ammoniaca, garze, di anestetico, nel profumo della morte asettica e organizzata. Arrivo ai distributori, poi scendo le scale e mi godo il thè appena preso in giardino, prima dell'ultima sigaretta.
I pensieri si sovrastano come nuvole, io aspiro nervosamente, il tabacco sembra aiutare.
La sensazione è che sia tutto così inumano, così schizofrenicamente alienante, non vedo del giusto in tutto questo.
Vedo del giusto solo nella morte e non in questo tipo di vita che non da il tempo di definire le priorità, che non da il tempo di crescere, di cambiare opinione, di uscire dall'ordinario, di farsi sorprendere, di dedicare tempo alle proprie curiosità, sempre ripetitiva, categorizzata, meccanica.
Ma noi non siamo macchine e solo davanti all'odore della morte riusciamo a percepire che qualcosa non va.
Mi fermo.
Nel prato vedo un'anatra con i suoi anatroccoli al seguito, che zompettano incolonnati.
Scoppio in un pianto forte, vero e liberatorio.
Composto martedì 25 giugno 2013

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    Scritto da: Nicolò Bortoletto
    Riferimento:
    http://www.the-rock.it/la-vita-che-non-conosco/

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