Scritto da: dangerousstar
È mai possibile? L'ho dunque amato tanto? Mi chiedevo. Quei mattini, quelle sere, quelle strade mutevoli, misteriose, quelle strade piene del passo degli uomini! Ho dunque amato tanto le strade, le nostre strade, le strade del mondo? Quale bambino povero, cresciuto nella polvere, non ha confidato ad esse i propri sogni? Lo portano lentamente, maestosamente verso non si sa quali mari sconosciuti: o rapidi fiumi di luci e d'ombre, che portate i sogni dei poveri! [...] Lì per lì non ho compreso che piangevo. Sì, piangevo. Piangevo senza un singhiozzo e credo persino senza un sospiro. Piangevo con gli occhi spalancati, piangevo come ho visto piangere i moribondi: era ancora la vita che usciva da me. [...] Da dove venivano? Chi può dirlo? [...] Nella mia infanzia capitava, che mi svegliassi così, singhiozzando. Da quale sogno, stavolta, mi ero destato? Ahimè! Avevo creduto di attraversare il mondo quasi senza vederlo, come si cammina con gli occhi abbassati tra la folla brillante; e spesso m'ero immaginato di disprezzarlo. Ma, allora, era di me che avevo vergogna, non di lui. Ero come un pover'uomo che ama senz'osare dirlo, e nemmeno confessarsi che ama.

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    Scritto da: dangerousstar
    Riferimento:
    Tratto da "Diario di un curato di campagna".

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