Scritto da: enrico t

Campagna di Russia e delle colline romagnole


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...suo viso stanco. Presente anche il padre di tutti i fratelli, uomo tutto d'un pezzo ma cuore generoso, piangeva anche lui. Ugo si allontanò lentamente tra gli sbuffi faticosi del treno a vapore trasportato dal finestrino della carrozza salutando i suoi cari sporgendosi dal detto finestrino angosciato (era Ugo angosciato, al finestrino non gliene fregava un tubo) dal pensiero del suo misterioso futuro d'eroe lontano dalla famiglia. In Russia! Ma cos'era la Russia nel 1941 per dei giovani che avrebbero voluto divertirsi, giocare a pallone, stare con le ragazze? E, dov'era 'sta Russia? Perché ci doveva andare proprio lui, Ugo, a fare la campagna, non era come andare a vendemmiare! E infatti! Un disastro o meglio, una tragedia finì per succedere in quelle belle terre sovietiche coperte da nevi ross, cioè, bianche e belle fresche ristoratrici. Nevi ristoratrici se ci vai a sciare in estate in montagna come ai giorni nostri del 2009 e seguenti, ma se sei in Siberia nel gennaio 1943 in ritirata di guerra inseguito e braccato da soldati con Stella Rossa sul berretto, falce e martello nello zaino e fucile stalinista in spalla che ti sparano dietro col piacere di ammazzarti, giustamente, cavolo ci siete venuti ... [segue »]

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