Scritto da: Sergio Bissoli

La ragazza del paese stregato


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...non ero uno di loro, ero un forestiero e potevo combatterli con l'indifferenza e il disprezzo.
Il freddo mi penetra fin nelle ossa. Il paese pare morto o abbandonato. Solo il fumo dei comignoli e qualche filo di luce che filtra dalle fessure denota la presenza delle persone dentro le case. Da un'imposta rotta vedo una stretta cucina rischiarata dal lume con alcuni vecchi seduti accanto al camino e una donna che fila con il mulinello. Odore di cipolle e di cibi caldi.
Ancora la nebbia. Una vecchia erboristeria chiusa con l'insegna marcita in legno.
Un altro crocicchio di strade con all'angolo il solito lumino posto davanti all'immagine sacra per rassicurare il passante. Il vetro tutto appannato e la griglia arrugginita lasciano vedere ben poco dentro la nicchia. I tralci secchi dei glicini che pendono dall'alto del muro fanno strani rumori. Non c'è ragione di allarmarsi. Le strade, di notte, sono completamente deserte.
L'ombra di un ubriaco dai capelli crespi si profila davanti a me all'improvviso. Mi viene incontro. Altre due figure emergono dalla nebbia.
Quando è molto vicino toglie la mano da dietro la schiena e vedo che stringe un coltello.
"Permetti una parola?"
È alto molto più di me,... [segue »]

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