Scritto da: Sergio Bissoli

Ketty e il problema


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...angolo soleggiato del cortile. Le galline sono stranamente immobili, non fanno neanche un piccolo movimento.
Quando oltrepasso questo punto, è come se oltrepassassi una tenda: qui il paesaggio cambia, la campagna, la luce, l'atmosfera... tutto è differente. Zollen è un paesino oscurato dalla mole rosso cupo della chiesa gotica, enorme, sproporzionata in confronto alla piccolezza del paese. Aldilà la strada si snoda bassa fra i campi di stoppie, con fossati pieni d'acqua. Qui i pomeriggi delle domeniche trascorrono lenti e senza gioia. Non c'è niente che li distingue dai giorni lavorativi, solo un po' più di fumo e di chiasso che esce dall'osteria.
Una ragazza bruna dietro una finestra guarda i rossori del tramonto, malinconico come i suoi occhi.
La casa di Ketty è a ovest in campagna, oltre gli edifici enormi e diroccati usati per essiccare il tabacco. È la casa dove è nata lei e i suoi avi. Un albero spoglio ha ancora qualche cotogna appesa ai rami nudi. Una luce fredda, azzurra, ristagna nel cortile. Tiro il campanello e dopo un tempo lunghissimo Ketty vieni ad aprirmi, pallida e spettinata: "Vuoi entrare?"
"Sì..."
Nella saletta dell'ingresso la ragazza mi chiede: "Tu credi negli spiriti?"
"Io... non so..."
"Vieni."
Ketty ... [segue »]

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