I Sogni di Astrid


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...nuova quando avevano adibito quell'autobus al trasporto degli studenti, l'anno prima, e lo era rimasta, poiché lei si sedeva sempre lì, e nessuno aveva mai avuto modo di scriverci il suo nome o la sua classe o di disegnarci qualcosa.
Alla fermata successiva salirono una ventina di persone, chiacchierando e facendo baccano, costringendo Astrid ad alzare il volume delle cuffie. Un suo compagno di classe si sedette vicino a lei, senza degnarla di uno sguardo. 3 canzoni dopo, l'autobus fu pieno. Il volume era al massimo, ma ancora qualche parola delle canzoni le sfuggiva. I ragazzi della terza media erano i più confusionari, erano i più grandi e si sentivano forti a spintonare i più piccoli o i secchioni, rompendogli gli occhiali. Lei non si sentiva parte di quella gente, né di una né dell'altra parte, faceva la terza media è vero, ma l'unico motivo per cui né era contenta era il fatto che poteva sedersi in quel sedile, che, poiché era in fondo, era'proprietà' di quelli della terza. Per il resto avrebbe fato volentieri a meno degli sguardi impauriti dei bambini della prima, o delle ruffianerie di quelli della seconda. Ma soprattutto avrebbe volentieri evitato i suoi stessi compagni.... [segue »]
Composto venerdì 11 novembre 2011

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