Scritto da: Simona Giorgino

L'ultimo raggio di sole


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...avrei provato vergogna di mettermi a gridare come una bambina, facendolo accorrere impaurito come se stessi morendo. Invece, erano solo i capricci di una povera malata che si sentiva sola, triste, avvilita, moribonda. Ora, ho la voce così debole che di gridare non sono più capace. La porta è sempre aperta, ci sono tanti infermieri qui vicino, ma ho di continuo paura che si dimentichino di me e tengo quanto più stretto possibile nella mano questo bottoncino da premere nel caso in cui avessi bisogno di qualcosa. È stato Fabio ad adagiarmelo nel palmo, perché non sono più capace neanche di muovermi, i miei muscoli si sono tutti indeboliti, non c'è più molta vita che scorra nel mio corpo. Adagiandomi il bottoncino nel palmo della mano, ho sentito il calore della sua pelle contro la mia. Ho sentito le sue dita morbide e in quel momento era come se il mio corpo avesse ripreso vita, perché mi sentivo carica, accaldata, appassionata. Avrei voluto dirlo a Fabio, avrei voluto abbracciarlo, baciarlo, sentirmi sua, sentirmi viva, e invece potevo solo starlo a guardare mentre sentivo la sua pelle contro la mia.
Stamattina Fabio non c'è. Doveva venire alle nove, come di consueto,... [segue »]

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