Poesie inserite da logos probus

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Scritta da: logos probus

Contorni

Prolificano geometrie di palazzi
solidi come argilla indurita al sole
serrano la voce del pensiero.

All'improvviso
un fiato,
sottile suono insinuante,
corrompe le polverose facciate
percorre umidi cortili
soffia i suoi effluvi
attraverso le tende aperte

Il suono della città
si fa più mite
dai marciapiedi
sale un alito di vita
la luce cristallina disegna il filo dei tetti,
afferra la città

a liquefare i contorni
esalando sofferti odori
è la natura.

E la mente si amplia
scoprendo lo spazio
sogno vitale di libertà.
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    Scritta da: logos probus

    1981-82

    I capelli imbrigliati
    nel sonno, fluivano
    nelle dolci sabbie
    africane.
    Dorati brillavano
    alla luce
    gli occhi forgiati di rocciose piramidi
    aguzzi, nelle fessure lunghe.
    Un profilo tagliente
    nero nel blu stellare
    svuotava secchi
    ricolmi di momenti.
    Io nuotavo tra
    le ombre, verdi
    piante acquatiche e ligustri spine
    avevano i miei sguardi.

    Vorrei volo troppo acuto
    da offuscare
    giorni e ore
    vere a sorbire
    liquidi tiepidi
    nei centrini ricamati
    Sui terrazzi di geranei
    caldi palpiti
    di emozioni distese.
    Le ore troppo ricche
    di velluto troppo nero.

    I nudi fantasmi delle mie sere.
    Passati tra briciole e crepe
    di finestre.
    Avevo nell'aria offuscata
    dei sogni, palpiti di vita.
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      Scritta da: logos probus

      Inchiostro bianco

      Dalla prima cancellatura si elimina
      una poesia personale.
      Quando ritrarsi,
      in un mondo
      vago, dove s'idea, solo,
      in un bagno di verde.
      Piove
      l'ultima goccia
      lasciando la sua traccia gelata
      sul verde.
      Più cupo è l'animo,
      sotto il calore d'un tetto
      a guardare spaesato
      il paese incupito.

      Inspiegabile volo
      tra le idee;
      tradisce una scomparsa
      o una suggestione:
      come una pallida nube
      oscura il cielo
      d'un biancore
      senza un chiaro sentire.

      Il nero raggela i casolari
      e lascia l'infanzia incantata,
      l'azzurro terso appiattisce e assonna
      i percorsi luminosi.

      I passi più salati e lenti,
      non sono sulla spiaggia
      alla fine del velo
      d'una candida superficie:
      sono i giri
      negli stradoni cittadini,
      e le sedute che vedono tutto
      il giro della più grande stella,
      quando lo sguardo
      non è fisso in altro.

      Arriva il giorno più vecchio
      e tanti lumini non aiutano
      a schiarire il naturale percorso
      che culmina con un pallore
      notturno e infinito.
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        Scritta da: logos probus

        Lieta fine

        Le ultime gocce della pioggia
        di una giornata s'addormentano
        con l'ora tarda.

        Le vesti fradice d'un nero spento
        sono appiccicate ad un fantasma di strada
        che non sa arrestarsi.

        Il gelo alimentato da soffi di vento e
        la bocca vuota sono un fatale
        miglioramento della sua esistenza:

        la lieta fine dell'agonia dell'aggrapparsi
        incosciente alla vita.

        La grazia della quiete
        placa ogni irrequietezza e malessere
        dell'ombra scura
        confusa in una pozzanghera

        di fuori

        la notte.
        Composta nel 2009
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          Scritta da: logos probus

          Luce bianca

          Abbagliano un viaggio notturno
          fari che passano
          di buia provenienza.

          La vista che s'abitua al paesaggio spento,
          è assaltata da bagliori tuttora appuntati
          in faccia.

          Uno specchio d'acqua bianca
          confonde il ferreo sapore e odore di palude
          con una lieta veduta.

          Continua il rapimento di beltà fuggitive
          e di quieti cori sparsi ogni dove...

          Nella foschia più sola si dissolve
          un viaggiare che ha fine silenziosa.

          Un diurno cercare scopre il vano
          e tace
          la bianca faccia
          di fronte
          l'imprevisto fato.
          Composta nel 2009
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            Scritta da: logos probus

            Fuochi fatui

            Ogni lettera di
            luce cala
            con la sera...

            I sensi sono
            abbagliati...

            Uno smorto vigore,
            breve folgore,
            volontà di senso
            che non dura...
            lascia che
            nel cimitero
            rimanga un fuoco
            fatuo.

            Una meraviglia
            appare
            sul tenero sguardo
            di cristallo
            piangente.

            Una mano vecchia
            serra il verde,

            senza trovare
            l'illusione
            che colora
            il pallore
            della notte infinita,
            che finisce...

            Come la vita
            ogni altra illusione.
            Composta lunedì 30 novembre 2009
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              Scritta da: logos probus

              Vivere secondo natura

              La vita è un insieme di alleati
              pensosi e laboriosi.
              Il pensiero d'uno non è che
              un microbo della ragione
              che pare infinita.

              L'uno non è solo in vita
              ed altri sono linfa vitale.

              In equilibrio sta l'acrobata
              sui fili sottili, ma in alto
              un vaso è fragile ancor
              più se incrinato,
              ed è fiore di verità;

              le pianticelle un po' stentate
              tentano d'elevarsi fino al cielo
              scolorito di primavera.

              Sono le certezze fanciullesche
              rade piogge rassicuranti.

              La ragione è tarda e lenta,
              e il contemplare e provare
              caldo e freddo, sono sempre
              necessità.

              La natura intricata è più spessa
              d'una ragnatela di tarantola
              che punge per difenderla,
              ma pure fine e delicata:

              qualche sbavatura rovina l'opera
              d'arte, si può discorrere su ogni cosa,
              il parlare o l'investire mezzi
              per giusti fini.

              Mi pare di vedere delinearsi
              una natura morta dipinta da uno
              a me ignoto, un estraneo,
              pare.

              Eppure vi vedo pure me.
              Ecco il pane tramortito da
              formiche troppo nere.

              Il pensiero confuso
              che tenta di sfittare la nebbia e
              accecare la fine del quadro
              rimane tale e più non vede
              cornice.

              Nel biancore di tela
              In parte nuda, imbiancano
              le promesse della volontà.

              La certezza più visibile:
              chi è prezioso di rubini che
              pesano più di rocce
              nel strascicarli in rade oasi;

              dinastie d'api indifferenti
              e sorde a ragionamenti di
              cavilli lontani,
              vivono nel quotidiano
              presente di lavoro e riposo;

              e il gatto vittima di tormenti
              a volte dimentica,
              per egli la vita sono trame presenti,
              e gli occhi socchiusi
              di sonno non sono privi.

              Infine vedo il quadro chiaro:
              il passato è incorniciato,
              il presente soccombe e
              il futuro incombe.

              l'artista è chi ha le mani e
              le usa: il mezzo giusto e il fine
              confuso.

              L'errore d'abitudine stona in una
              serie ripetitiva e pare senza
              nuove idee...
              Composta lunedì 30 novembre 2009
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                Scritta da: logos probus

                Nel deserto (stagione estiva)

                Nel deserto
                Un madido soffocare di secchezza
                l'indolenzire del moto che muore,
                di piaga allargata da secche ventate,
                mutamento di insana eternità,
                impassibile stato:

                un previsto appassire di pianta stentata,
                è il ritrovare uno scheletro
                nel buio di raggi densi:

                la libertà del caldo dolore
                cala ovunque
                da un cielo sgombro
                nel piatto orizzonte
                di linea continua.
                Composta sabato 1 agosto 2009
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                  Scritta da: logos probus

                  Catena di montaggio

                  La lontananza cittadina
                  Si perde con la volontà
                  di andare là dove sono soldi e frutti
                  del lavoro d'altri,
                  di continuo sostituiti.

                  Là c'è più e meno vita di qua,
                  c'è lavoro...
                  La distanza è minore
                  Più il tempo scorre,
                  e i polverosi fumaioli tentano
                  di tirare a sé il luogo solitario
                  immerso da coltivi immensi.

                  Là pare arricchire,
                  Altrove la povertà...

                  Infine non c'è più distanza,
                  affari e pagamenti sono pure qui
                  perché tutti siamo entrati
                  nel macchinoso congegno,
                  ingegnoso vivere d'affari,
                  che come in una catena di montaggio
                  tutto è più semplice,
                  ma più estenuante e insalutare.
                  Composta martedì 1 dicembre 2009
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                    Scritta da: logos probus

                    La sintesi

                    La sintesi è un'apparizione scema di preamboli:
                    con nulla di di più e senza appariscenza,
                    scandisce i secondi. In una visuale
                    di figure geometriche e toni di vocali vitali.

                    Ascendendo i raggi del nulla
                    misura i principi propri della "mente pura".

                    Discende i punti che coincidono e racchiude nel tutto
                    ogni pensiero.
                    Composta mercoledì 19 giugno 2013
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