Scritta da: GiBì Chessa

La più grande rapina del secolo

Gianni è una persona intermedia.
Ho sognato di non aver più il pancione, di non essere più incinto,
e dalla posizione supina
riuscivo a vedere i miei piedi.
È strano vedersi i piedi. Ed essere guardato dai tuoi piedi.
In posizione eretta non li guardi, ti trasportano,
dondolandoti il corpo su cui sono attaccati i tuoi occhi,
cosicché, poche storie, non li vedi proprio, perché
ti ballonzola la vista al passo.

Gianni è il classico tipo che ti può trovar di tutto: hai bisogno di
un auto per fuggire al porto?
Te la trova. Ti trova auto, una prostituta,
un travestito, pappagalli verdi brasiliani,
droga e persino armi.
Armi a noleggio.
Armi a noleggio, è assurdo, non le paghi tanto.
Tanto non le usi.
Ma hai un'arma, e da quando nasciamo siamo disarmati,
è rassicurante, per quel che dura,
di fronte a questa vita improvvisa e veloce e feroce.
E siamo anche illusi e tosto disillusi.
A ondate talmente veloci che non hai il tempo di respirare,
infatti la nostra vita si chiama Apnea.

Gianni è una persona intermedia perché ha capito che
la libertà concessa a un uomo, un animale, una pianta, sta
negli interstizi della prigionia, del bisogno,
dell'esigenza, della fame e del dover andare regolarmente di corpo.
E così vive tra la libertà di essere solo
e il crampo dell'essere solo.
In mezzo. In un interstizio.
Perché la libertà non è mai a 360°.
È negli interstizi,
e Gianni l'ha capito,
e vivendo di questa percezione
ha fatto la più grande rapina del secolo.
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