Poesie inserite da Gaspare Serra

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Scritta da: Gaspare Serra

Tra piaceri e incanto

Come mare ardente d'agosto
m'assali con le tue labbra
inondandomi di salsedine
per arenarti sul fianco della sera
e ritrarti ancor bagnata al mattino.

Come onda strappata dal vento
sfili le vesti della spiaggia desueta di maggio
abbandonando la tua mano umida alla mia
per lasciarmi perdutamente bere
tra le pieghe del tuo piacere.

Quant'è arduo
dopo tutto
sopravvivere
sprofondando
nell'abisso
dei miei occhi.
Composta domenica 10 giugno 2012
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    Scritta da: Gaspare Serra

    Umida riva

    Sogni
    di cristallo
    s'infrangono sul tuo letto
    di cocci
    e vanità.

    Docili carezze
    annegano sul tuo petto
    chiuso
    da rose e turbamenti.

    Respiri profondi
    naufragano su di te,
    sull'affanno della nostra passione,
    sull'afflato di un'intensa emozione...

    Timori
    paure
    tremori
    rastrellano speranze,
    attese,
    illusioni
    rapite dai tuoi sguardi
    abbandonati al vento...

    Io mi spengo
    -lentamente... -
    quale tozzo terso di carbone
    adagiato sulla tua umida riva...

    Quale alba
    fenderà il nostro sole?
    Composta venerdì 6 aprile 2012
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      Scritta da: Gaspare Serra

      Trattenendo... il respiro

      La città della sera
      -come un mappamondo di stelle
      ubriache di malinconia-
      riflette un cielo d'occhi
      dispersi
      tra coni d'ombra
      e vicoli in preghiera...

      Le strade son deserte,
      deserti
      di
      silenzi
      colmanti vuoti inesplicabili
      d'incanto
      ... e solitudine

      Ed io?
      E tu?

      Io ti vò cercando...
      ... tu mi stai spiando
      da dietro una finestra socchiusa,
      t r a t t e n e n d o il respiro...
      per non appannarmi...

      Su quale uscio
      il vento
      venderà
      il tuo profumo?
      Composta lunedì 27 febbraio 2012
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        Scritta da: Gaspare Serra

        L'ombra del respiro...

        Non una parola a contraddirci,
        uno sguardo a distrarci,
        un abbraccio a dissuaderci.

        Solo un lieve tremore
        a ricoprirci di ritmi forsennati
        di sacralità ed incanto.

        Un vento esanime
        rianimava il tuo sorriso.

        Ed io andavo,
        l e n t a m e n t e,
        inseguendo solo un'ombra

        (l'ombra del tuo respiro...)
        Composta mercoledì 25 gennaio 2012
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          Scritta da: Gaspare Serra

          Più nulla ancora...

          Labbra senza vesti
          rompono muri di silenzi
          tra le tue parole tremanti,
          racchiudendo inesplicabili spazi
          prigionieri d'ordinaria follia...

          Occhi forgiati a carne
          librano per te nell'aria
          sguardi d'incontrollata passione,
          mentre frecce tese di piacere
          colgono in fretta
          il frutto d'una straordinaria intesa...

          Mani di sangue e sudore
          colgono l'ultimo sale
          da te copiosamente cosparso
          sul mio capo chino.

          Più nulla ancora...

          Se non un pozzo senza fondo
          fissante un cielo irraggiungibile,
          senza sfondo...
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            Scritta da: Gaspare Serra

            Lunghissima attesa...

            Tutto
            tace
            tra l'immenso dei tuoi occhi
            e il contrario dei miei.

            Occhi
            esplosi in silenzio
            inseguono luoghi danteschi
            sfuggiti alle memorie del tempo.

            Un soffio di cielo
            spegne ogni luce, ogni sguardo
            come fiamma rubata dal vento.

            Tra di noi
            solo odore di tempesta
            e un mite nido
            disfatto
            come negli ultimi giorni di festa.

            Lunghissima è stata l'attesa,
            adesso è finita.
            Nessuna fine è più rumorosa
            di un nuovo inizio che non ha parole...
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              Scritta da: Gaspare Serra

              Corpo senza nome...

              Silenzi
              -senza voce-
              riemergono da un mare di vergini
              - senza dio-
              inondando di pensieri e blasfemie
              ordinarie, incoscienti emozioni
              calpestate
              dalle foglie ingiallite d'autunno...

              Spazi decrescenti
              di vita
              squarciano cieli incontenibili
              d'inverno,
              sfuggendo alle ombre segnate dal vento...

              Un impercettibile caos calmo
              trattiene lentamente, inutilmente
              il tremore
              nascosto nel tepore
              dei tuoi occhi...

              Ma dove strariperanno i miei sospiri
              giunti al fiume senza foce
              del tuo corpo senza nome?
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                Scritta da: Gaspare Serra

                Nell'epoca delle passioni tristi...

                Inesistenti rughe di un autoritratto sbiadito
                ritraggono impenetrabili geroglifici
                nel volto chiuso della sera,
                confondendo in espressioni svanite
                acri pensieri di pane
                inghiottiti come dolci veleni.
                Sol così l'urlo improvviso di un sole d'inverno
                solleverà da tergo
                parole mai uscite gettate nel vento,
                dando voce al gelante silenzio...

                Coperte le distanze dentro sé
                scopriamo quel che veramente si è,
                soffocando il respiro
                nella nostra più comune indifferenza
                e guardando sempre più lontano dalla finestra...
                per non guardarci mai dentro.

                Capaci di reagire perché incapaci d'agire
                lasciamo che tutto scivoli via in fretta,
                come sabbia tagliente tra le dita.
                E come pigne sospese su un ramo
                in attesa che il soffio di un bimbo lo spezzi
                viviamo soli nell'epoca delle passioni tristi,
                confidando che anche Dio si addormenti...
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                  Scritta da: Gaspare Serra

                  Le lacrime del mare...

                  Convinzioni strappate al caso
                  spazzano via decisioni avventate
                  ai piedi di laconiche incertezze.

                  Tutto s'incatena al niente
                  sospeso all'estremità di un ponte
                  tra pornografiche luci di cielo
                  e inquietanti ombre del suolo.

                  La logica è ordinaria follia:
                  l'eresia della ragione
                  che uccide in un abbraccio l'illusione,
                  tenendoci ancorati al presente
                  senza catene.

                  Le lacrime del mare
                  non hanno religione:
                  son quelle dell'uomo
                  l'incesto tra carne ed emozione...

                  Non è tutto falso,
                  non è tutto vero:
                  siam solo catene
                  appese al filo stringente
                  d'un pensiero...
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