Scritta da: Eugenio Patanè
in Poesie (Poesie d'Autore)
Mai basteranno i giorni
Mai basteranno i giorni,
mai le notti, mai le gioie,
per non averti in me.
Nessun altro amore,
nessuna altra perdita,
suppliranno mai - suppliranno te.
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Mai basteranno i giorni,
mai le notti, mai le gioie,
per non averti in me.
Nessun altro amore,
nessuna altra perdita,
suppliranno mai - suppliranno te.
Attraversato dalle stagioni,
ti cercavo nel fondo di un bicchiere;
sulle venature d'una foglia caduta
o accanto a me, convinto
di aver captato
il tuo odore.
Ho atteso a lungo; giorni,
notti, tempo. Ho constatato che invecchiano
anche i ricordi. A rammentarmelo,
è questo fiato del vento.
Ti troverò la sera,
sotto Venere, al mare;
prima d'un bacio, udire Chopin - morire.
Ho amato in te
finché ho potuto
l'adamantino cuore
a piramide.
Eros mi ha reso
sua prodiga freccia,
ed io – senza indugio – ho
trafitto il tuo prisma.
Ma il mio amarti
è stato deviato
e la luce – repente
divisa.
Birifrangente è l'Amore.
Lo si attraversa
per uscirne scomposti.
Abbiate il coraggio di pretendere la vostra felicità,
sia essa l'ammirare una luna arancione
che sbuca dall'acqua notturna del mare
o leggere un libro dinnanzi a un camino
bruciante pezzi di legna o rami secchi di vite.
Abbandonatevi al dolce annegare
nel caldo e vitale possedersi dei sessi;
abbiate il coraggio di domandarvi chi siete
e chi o che cosa vi renderebbe felici.
Abbiate il buonsenso di dare a voi stessi un autentico senso.
Abbiate scarpe robuste per viaggiare nel mondo
e comodi spazi – per far volare le menti.
Binari, lontani.
Sembrano fili di lana
adagiati al cemento.
Trame – di somme nel tempo;
di ore sottratte, d'affetti divisi.
Fili – di immagini
e attese – moltiplicanti.
Notte. Non ho voglia di dormire.
Prolungarti nella mente – è questo ciò
che voglio. Combatto la stanchezza,
il desiderio di dormire.
Notte. Continui ad essermi presente,
con la corrispondenza che cercavo.
Giorno.
Mi farò foglia vibrante,
nuvola stramba – sibilo di vento.
Sfiorerò le tue braccia, raggiungerò
le tue mani; vorrò appartenerti.
Annuseremo le stelle, dall'alto
di questa cima – da dove siamo, adesso.
Lentiggini oro sovrastano me,
statico grano che osservo e che ammiro.
Protetto mi sento dal vostro guardarmi,
più siete e più godo di mille attenzioni.
Vi guardo, vi parlo, vi scelgo e vi imploro;
vi prego, vi studio e mi addormento beato.
Se nulla possiedo, è a voi che appartengo.
E cullare mi lascio dall'incanto che siete.
Muoio e rinasco,
un baco da seta.
Divento farfalla,
per morire colore.
Cerco quei palpiti di silenzio
conosciuti con te.
Desidero ancora quegli amen d'amore.
Intorno – trovo corpi già morti
indesiderabili e fatui
privi di luce.
Cercherò ancora
non smetterò.