Poesie inserite da criscri

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Scritta da: criscri

Femminicidi vigliacchi

Del profano ribollir d'orgoglio arde
nulla più che d'alma il patetico sanguinar
ove identità dir vuol ormai sol decadenza
in inestirpabil degrado cui condusse vil violenza.
La criatura ch'eroe di latta di annientar ti compiacesti
la medesma è che ti serbò nel tenero grembo
e ch'al cosmo t'assegnò per scorgerti storia
e non tetra carcassa di criminal memoria.
Or certo un'altra impronta di veleno
sul rabbuiato mondo giace
aver umiliato colei che dal materno suo seno
nutrir ti disiò con latte di pace.
Ver fu ieri, ver doman e anche adesso
privar il mondo chi ancella è
della beltà del femmineo universo
uomo olezzante di nulla,
rende te stesso morto e perso.
Composta martedì 16 luglio 2019
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    Scritta da: criscri

    Lisciarsi un pensiero

    Lisciarsi un ormai estinto pensiero
    del disconoscersi è ormai orfica missione
    tra tremanti strenne di sensazioni mai aperte
    di speme di cui asfittico son io custode.
    Di impallidita estetica l'inestirpabil dardo
    è quest'insensato svolazzare
    di un poetare che l'ali ha rattrappite.
    Composta martedì 16 luglio 2019
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      Scritta da: criscri

      Notre Dame d'ancestral sfavillio

      Indifeso decomponesi
      del sacro mausoleo il ligneo corpo
      da prometeiche spade infilzato
      in sbadigliante sera parigina
      di sonno e ordinario intrisa.
      Stridulo è dell'architrave
      l'infausto, traditor sprofondar
      in gole d'indifferenti, irridenti fiamme.
      Infestanti ramoscelli d'ovvietà
      crescon su mai vergini orti
      di carta stampata e immagini
      agonico rendicontar d'un'artistico declino.
      Geme l'ancestral torre d'Eiffel figliola
      in gemer chinasi in pianto il Louvre
      dalle diacroniche, multiformi crome.
      Or in non prostrato e sempre gravido uran stagliasi
      dell'anelata rinascenza il prisco, ma sempre novello baglior
      criatura di rifulgente vessillo transalpino
      che mai si fletterà all'urlo del destino.
      Composta martedì 16 aprile 2019
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        Scritta da: criscri

        Rive incastonate

        Rive incastonate in urla di sabbia
        null'altro siamo in questo van anelito
        ch'a tagliola i fruscii inviluppa di demiurgici passi;
        orazion non v'è che a carezzevol frescura si stagli
        sul germinar del decomporsi della speme.
        Dal silenzio vaniloqui velenosi erompono
        ch'il fortunale della vita estendono
        a ogni grumo di prisco respir.
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          Scritta da: criscri

          Fumigar

          Ancestral scuopresi il soave fumigar
          da complici e intimidite labbra di camini
          ch'il guardo tendon all'immutato soleggiar
          de' raggi che veste recan di festosi bambini.
          Geme ancor dal robusto sbuffar del naviglio
          ch'a titan ergesi dianzi al ribelle periglio
          qual esperto amante a lingua di mar avvinto
          che tra onde di secoli l'ha gaudente sospinto.
          A effigie stagliasi ineffabil di tepor di casetta
          tal fumo che nell'aere scintilla mai domato dalla fretta.
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            Scritta da: criscri

            È da inquieto rimar

            È da inquieto rimar ch'il viaggio mio s'addestra
            di far domestico 'l real ch'è ancestral illusione
            assonnato ancor imprendomi a guatar finestra
            perch'i' scorgavi più elevata dimensione.
            Forse germoglio mai fu per mutar della vita 'l sembiante
            questa parola che tepor reca o lezzo di maledizione
            ch'accompagnar sa al maturo passo dal tremolio di quello infante
            e giace talor intrappolata in gabbia di note di canzone.
            Che sia del cor il tristo o gaudioso effluvio
            o del  decomporsi della speme 'l fedel diluvio
            mai ostaggio cadrà tra le roventi unghie dell'oblio
            quel verbo che già 'l Vangel disse esser presso Dio.
            Di mille festanti e varii idiomi intriso
            mai domato e servo e mai neppur ucciso
            desta lo scriver il prostrarsi del dormiente
            e un ponte disegna al doman dall'incerto presente.
            Composta giovedì 11 aprile 2019
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              Scritta da: criscri

              Il violino urla

              Urla il violin in sacro gemito
              nell'ormai sgualcita custodia ch'a sua dimora ebbe
              ove dell'arpeggio mille volte ebbe l'anelito
              d'una musica ch'a pizzichi ed arcate crebbe.
              Sempre detien la nobiltà della rosa e l'umiltà della viola
              a sé avvinto e racchiuso in una nota sola
              in lui indomita regna levità di liuto
              che voce dà al natural suono d'un mondo talor muto.
              Allegri in aere sparge a guisa di stelle filanti
              e in  teatral mura insuperbiscesi dinanzi a scalpitanti astanti
              stagliasi libero e inafferrabil il capriccio delizioso
              ch'a manto di tepor sul mondo  si stende armonioso.
              Stradivarian velivolo che sempre s'alza in quota
              estro di Paganini che nell'uran complice ruota
              spalancasi in preghiera qual benigna finestra
              e la sua amorosa goccia dona al mare dell'orchestra.
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                Scritta da: criscri

                De'matematismi

                Assumon le forme armoniose movenze
                ch' in guisa scorgi di parabole e circonferenze
                vola 'l mental travaglio in indiavolate cifre indefesso
                dal cosmo del finito numero a quel del complesso.
                Ondeggi pitagorici, euclidee suggestioni
                ritratto son di quantità delle reali estensioni
                chè quant'intorno giace più e più ancor brilla
                se del misurarlo su d'esso adagi la scintilla.
                E peregrinasi allor tra ellissi e circolarità
                che amici più rendon i pianeti e le lor beltà
                spose son algebre e geometrie in altar di scienza
                e complici germoglian studi di funzioni
                e fascinosi campi d'esistenza.
                Rivelasi il cosmo in tutto 'l suo spumeggiar naturale
                da teoria di relatività avvinto e calcolo infinitesimale
                più non vi son angoli ch'incerti sien  e profani
                se legger li vuoi attraverso gli assi cartesiani.
                Aggiunger o sottrar,divider o moltiplicare
                il matematico idioma sempre ti saprà aiutare.
                Composta lunedì 8 aprile 2019
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                  Scritta da: criscri

                  Villaggio Crespi

                  Umil eppur sovran in orobica landa troneggia
                  del laborioso industriarsi l'inconfondibil canto
                  che da un braccio all'altro d'una fabbrica echeggia
                  e dell'operaia alma effonde le fatiche e il vanto.
                  Figliuola intuizion  fu d'un uomo Benigno
                  ch' in fatto leggiadro incarnò 'l suo soave nome lucente  
                  fiera tessitura cesellò e dignitose case a guisa di scrigno
                  perch'in real si mutasser i sogni della povera gente.
                  Di tesser e  filar fu orgoglio,
                  sulla soffusa musica dell'Adda che scorre silente
                  dal morir dell'ottocento a' nostri dì brilla 'l gorgoglio
                  e incontaminato offresi a guardi e penser della gente.
                  Or giaccion quell'esistenze in un picciol cimitero
                  l'una all'altra in fila come in dolce comunione
                  da tombe spoglie protendesi la voce del lavoro vero
                  che manifesto e lezion sien per ogne generazione.
                  Composta lunedì 8 aprile 2019
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                    Scritta da: criscri

                    Volando

                    La finestra conclusiva del cielo spalancasi
                    dama a timido risveglio attorcigliata
                    un'incontaminata estasi le carte scopre,
                    intonso l'anelito al sogno scalpita e si compone;
                    volando
                    la biografia di rimpianti e felicità effimere
                    baci di stornelli alla pelle del mare dispensa
                    preghiere ben levigate la man flettono
                    per lasciarsi raccogliere da mani
                    cui furono recise indifese falangi di speranza.
                    Morsa è la speranza
                    da rovi che del suo sangue
                    di prische memorie innamorati fuor;
                    nervoso si fa il battito della ribelle farfalla
                    da orpelli di fameliche illusioni svergognato
                    ma volando
                    la vita i rasoi affilati dai fallimenti fende
                    e sopra velenosi motteggi s'eleva
                    di donnicciuole condannate a restare bambine.
                    Quale lacerante parto sa essere
                    quello del silenzio che nulla ricama
                    tra i vicoli dè pensier e del core
                    Ma volando
                    sì volando
                    lo zuccherin convoglio
                    Tra i binari di un incerto eppur fascinoso viaggiare
                    l'antico anelito a disegnare nuove, colorate stazioni
                    conservare sa e difendere.
                    Ecco l'uomo che se stesso invita a esser sempre più uomo
                    solo volando.
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