Darvi corpo di astore e le sue veloci ali in questi monti di rovesciate nuvole io, che sento ora il suo richiamo.
Allontanando come maestrale da voi il dolore, aprendo le vene ridenti come gocce d'aria.
A te, figlia, danzatrice di perle e di luna, d'incanto i tuoi occhi lucenti fermi in fiorite domande, darti ali d'amore che ti smuova, ribelle, ma della tua dolcezza, ché la vita si fruga anche nei selciati di cento strade.
A te, figlio, giocoliere del tempo, che colori lieve i sentieri da seguire, mago piccolo e gioioso, farti capire che, sognando i colori sono d'acqua e di cielo, ma la terra è àncora ed il fuoco segue spaventati limiti.
Darvi ali di astore perché il mare è grande da contraddire e, a volte, per riposare, si trovano solo rocce di dura ossidiana.
Allora tu danzatrice gioca, e tu giocoliere danza: quando la primavera albeggia e il crepuscolo apre l'inverno, ché il volo dell'astore sfiora morbido l'arcobaleno.
... è 'pensata' nella mia lingua: il sardo.
le ali dell'astore fanno ombra e vento, sulla mia isola. così come la vita sfuma i giorni.da madre, terra fertile, sono parole che sostengono i voli dei figli. come ogni madre che sa del loro andare per la propria strada. grazie.
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